I richiami di milioni di vetture annunciati da Toyota e le scuse del ceo Akio Toyoda che hanno impressionato i mercati di tutto il mondo, hanno risvegliato lattenzione sulla qualità delle auto che guidiamo. Il caso Toyota, del resto, non è un fatto isolato, colpisce per le dimensioni e limmagine di qualità totale con cui la marca è da tempo identificata, ma fa parte di una prassi consolidata che il cliente non può che apprezzare, che lo rende consapevole del fatto che cè qualcuno che vigila sul corretto funzionamento delle vetture e provvede ad aggiornarle senza alcuna spesa qualora si renda necessario intervenire. Esistono elenchi e bollettini nel nostro Paese - i più autorevoli sono quelli del ministero dei Trasporti e dellUnrae - dove chiunque può monitorare i richiami e verificare se la propria auto sia coinvolta in uno di questi.
Quando arriva la lettera con linvito a recarsi in officina vuol dire che in fabbrica qualcosa non ha funzionato a dovere, che i controlli di qualità continuamente vantati da ogni costruttore non sono stati efficaci e che, soprattutto, uno o più componenti non si sono dimostrati allaltezza della funzione che dovevano svolgere. Le tante certificazioni Iso di qualità inseguite e ottenute dai costruttori riguardano il ciclo produttivo, la qualità dellambiente di lavoro, i processi di ottimizzazione, il risparmio energetico e la riciclabilità di unauto, ma nessuna si occupa della qualità finale del prodotto.
Negli Stati Uniti questo compito è svolto da enti e da privati, a cominciare dallNhtsa, la potente agenzia che vigila sulla sicurezza, riceve le segnalazioni di difetti e avvia indagini sulla loro diffusione. A testare le auto provvede lautorevole Consumers Report, temutissimo magazine indipendente, mentre a Dow Jones tocca il compito di stilare lindice di soddisfazione dei clienti per marche e vetture. In Europa non esiste niente di analogo, fatta eccezione per il Consorzio EuroNcap che con i crash-test redige la classifica dei modelli più sicuri sul mercato distribuendo le preziose stelle. Nessuna voce ufficiale è quindi in grado di rispondere al quesito iniziale sulla qualità reale delle auto di oggi, mezzi sempre più complessi costruiti per il 70-80% con componenti che non portano la firma del costruttore.
Il capitolo fornitori è dunque quello dove è più probabile trovare una risposta, perché sono le aziende esterne a essere costantemente messe in competizione sui costi e su una tempistica di fornitura che prevede loneroso just in time, una prassi che richiede il più delle volte la presenza di una fabbrica vicina a quella del committente.
Richiami, in Europa mancano i controlli
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