Richieste le telefonate di Napoli La Federcalcio riapre calciopoli

Ora è ufficiale. Calciopoli non è un processo morto e sepolto. Anzi, è più vivo che mai. La procura della Federcalcio ha infatti deciso ieri di aprire una nuova indagine, in riferimento «al nuovo filone di intercettazioni», e ha chiesto al Tribunale di Napoli di acquisire «tutto il materiale probatorio prodotto dalle parti, oggetto di perizia che potrà essere disposta dal Tribunale». La decisione è stata presa in una riunione tra il capo della procura federale Stefano Palazzi e i suoi collaboratori: evidente - alla luce dei colloqui telefonici emersi nelle passate settimane, di cui il Giornale ha dato ampio risalto - la necessità di colmare un vuoto rispetto alle sentenze emesse nell’estate 2006. «In merito al processo in corso a Napoli - informa la federcalcio - la procura federale chiederà fin da ora di poter acquisire tutto il materiale probatorio prodotto dalle parti, oggetto di perizia che potrà essere disposta dal Tribunale. Nelle prossime ore, il procuratore Stefano Palazzi invierà formalmente una richiesta in tal senso al Presidente della nona sezione penale del tribunale di Napoli Teresa Casoria, avviando così l’indagine con riferimento al nuovo filone di intercettazioni».
Fondamentale per l’apertura della nuova indagine, la decisione del presidente del tribunale Teresa Casoria di affidare la trascrizione delle 75 telefonate presentate dai legali di Moggi (alle quali potrebbero aggiungersi 29 intercettazioni portate alla luce da Pairetto) a un perito del tribunale stesso, l’ingegner Roberto Porto. Materiale ufficiale, insomma, e non trascrizioni «di parte», come qualche maligno avrebbe potuto obiettare in seguito.
Esulta la difesa di Moggi. «L’apertura di una indagine-bis è la giusta risposta a tutti quelli che ritenevano che le intercettazioni telefoniche ritrovate dalla difesa di Luciano Moggi fossero soltanto un fatto meramente strumentale per sollevare un polverone nell’ambito della stessa inchiesta su Calciopoli», il commento dell’avvocato Maurilio Prioreschi, difensore insieme agli avvocati Paolo Trofino e Paolo Rodella dell’ex dg della Juventus. «Noi avevamo sempre saputo ed eravamo fortemente convinti - aggiunge - che quelle telefonate fossero rilevanti sotto il profilo del diritto sportivo così come sono rilevanti ai fini dell’esercizio del diritto di difesa e come tali saranno acquisite nel procedimento penale».
Inter, Palermo, Roma, Chievo e Livorno. Sono queste le squadre di serie A mai citate nel primo processo Calciopoli e che ora potrebbero entrare nel nuovo filone di indagini, stretto però dai termini della prescrizione, fissata al 30 giugno 2005. Chi rischia maggiormente, ora, è l’Inter e con lei l’ormai famoso scudetto di cartone. «Bisogna sapere sopportare i veleni, sapersi difendere, sperare che in seguito venga lasciato spazio a cose più vere e che non ci siano segreti nascosti», l’unica difesa del presidente nerazzurro Massimo Moratti.
In attesa di nuovi sviluppi, settimana prossima è fissata una nuova udienza dove tra gli altri saranno ascoltati gli ex tecnici di Milan e Inter Ancelotti e Mancini, bisogna provare a immaginare i tempi dell’indagine della procura federale. Il lavoro di trascrizione delle intercettazioni impegnerà il perito del tribunale almeno un mese: con molta probabilità i testi non saranno disponibili prima del mese di giugno.

E come nelle migliori tradizioni italiane, il processo Calciopoli-bis si consumerà in concomitanza del mondiale sudafricano. Ai tifosi italiani non resta che pensare a come finì nel 2006 e aggrapparsi a corsi e ricorsi storici.

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