Non ci sono solo aziende sensibili all'ambiente. Ci sono anche realtà che di questa attenzione per la sostenibilità hanno fatto la loro ragione di esistere e «aiutano» le altre aziende a rispettare sempre più l'ambiente. Comieco per esempio, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica, che dal 1997 si occupa di recuperare gli imballaggi di carta e cartone. L'equazione - spiega il direttore generale Carlo Montalbetti - è: riduzione degli imballaggi, uguale riduzione dell'impatto ambientale. Nel cuore del processo.
Quanto è importante nelle aziende l'attenzione alla sostenibilità?
«Importantissima, non c'è dubbio. In primo luogo perché si tratta di un processo, anche dal punto di vista normativo, in corso e obbligato. E poi perché l'orientamento dei consumatori, nel campo della competizione commerciale, tende a preferire prodotti che, a parità di valore e qualità, siano più favorevoli all'ambiente».
In che cosa si vede se una azienda è davvero sostenibile?
«Dal fatto che abbia un vero piano, un programma che determini le sue scelte di natura strategica. E poi dalla sua capacità concreta di tradurre queste scelte in resoconti di quanto ha realizzato davvero di quel piano: i famosi bilanci di sostenibilità, sempre più diffusi e sempre più pubblici».
Erano una eccezione...
«Ora sono sempre più numerosi, anche perché cresce la domanda da parte degli acquirenti di garanzie ai fornitori in questa direzione».
Quali sono i criteri base per valutare la sostenibilità?
«La rinnovabilità della materia prima utilizzata per i prodotti. Poi, il fatto che questi prodotti siano riutilizzabili. Terzo, anche se poi in realtà è il criterio che comprende tutti gli altri, che il prodotto rispetti le esigenze ambientali in tutte le fasi, dalla progettazione alla realizzazione definitiva».
Rispetto dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori vanno di pari passo?
«Di solito sì. Dove c'è una sensibilità ambientale forte, questo ha un effetto sulle condizioni di lavoro. Per esempio nella capacità di formare i dipendenti».
Comieco dimostra che il riciclo è vantaggioso?
«Molto. In dodici anni abbiamo evitato la costruzione di 250 discariche. E i comuni, grazie agli accordi sulla raccolta, solo nel 2011 hanno ricevuto cento milioni di euro».
E alle aziende conviene?
«Come no. Si pensi che quando abbiamo iniziato in Italia importavamo oltre un milione di tonnellate di carta e cartone per imballaggi. Oggi, grazie al riciclo che ha raggiunto l'80 per cento, siamo diventati esportatori».
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