Ricolfi: «Sinistra astratta e snob»

Astrattezza, snobismo, distanza dalle persone normali. Radiografia dei mali della sinistra secondo Luca Ricolfi, opinionista «di area», che sulla «Stampa» di ieri ha fatto un’analisi impietosa del Pd. Punto di partenza la questione immigrazione, e «l’ostinazione con cui la sinistra respinge al mittente qualsiasi proposta concreta in materia di sicurezza, senza essere minimamente sfiorata dal dubbio di aver torto». Secondo Ricolfi la sinistra non vede «la dimensione pratica, concreta, materiale del problema», e cioè un Paese che, non essendo «in grado di far rispettare le sue leggi», «attira criminalità e manodopera clandestina più degli altri». Il «rifiuto pregiudiziale di provvedimenti di puro buon senso» come i respingimenti o i Cie, avverte Ricolfi, dà la cifra dello «snobismo» dell’opposizione, là dove, dice l’editorialista citando Giovanni Belardelli, «alla sinistra non piacciono gli italiani», convinta com’è che ne vadano «riforgiate le coscienze» dopo che «Berlusconi li ha rovinati» e «la Lega li ha incattiviti».

La «solita fiaba autoconsolatoria», affonda Ricolfi, che porta dritti al «male più grave», la «distanza dai problemi delle persone normali, specie se di modeste origini o di modesta cultura», là dove sono i ceti più poveri ad avvertire maggiormente l’insicurezza o la concorrenza degli stranieri, mentre è un «privilegio» di chi ha «un lavoro gratificante e un buon reddito» quello di potersi «dedicare all’arredamento della propria anima», coltivando sentimenti di apertura. Possibile, domanda Ricolfi, che la sinistra non riesca a vedere il paradosso?

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