Riduzione delle aliquote, il bluff di Marrazzo

Riduzione delle aliquote, il bluff di Marrazzo

Altri tre anni bui per i contribuenti del Lazio. La giunta regionale già nelle ore precedenti al varo della manovra finanziaria di assestamento, ultimata all’alba di sabato, si è andata prodigando per annunciare, a parole, l’abbattimento delle aliquote regionali a partire dal 2009. L’eventualità sarebbe contenuta nel Documento di programmazione economica e finanziaria regionale (Dpfer) e si fonderebbe «nei valori programmatici del documento dove - queste le parole dell’assessore al Bilancio Luigi Nieri - è previsto un avanzo di amministrazione di 277 milioni di euro nel 2010». Ed è su queste basi che si concepirebbe l’abbassamento di Irap e Irpef, al massimo storico consentito dalla legge. Si concepirebbe appunto, perché quando si va ad analizzare nel dettaglio il Dpefr viene fuori che l’aliquota Irap rimarrà almeno fino al 2010 ancora al 5,25 per cento (stesso valore di oggi). Ma è analizzando il prosieguo che la relazione si fa interessante: dal 2008 al 2010 le manovre finanziarie necessarie a coprire le necessità gestionali varranno, in previsione, un totale di 6 miliardi e 600 milioni di euro circa. Anche questo è specificato nel documento finanziario. Ecco come si andranno a rapportare con l’erario le manovre correttive. «Saranno da sviluppare nel triennio 2008-2010 - si legge nelle note della programmazione licenziata dalla giunta ulivista - le misure necessarie al risanamento dei conti della sanità». Vale a dire «seguendo il dettato dell’attuale legge di contabilità il gettito fiscale dovrà continuare a mantenersi tale e quale a oggi». Ossia mantenere l’erogazione costante per i 737 milioni di euro frutto dell’Irap. Ma è andando a sbirciare nelle maglie del documento che si capisce come verranno strutturate le manovre annuali (quella del 2008, 2009 e 2010). Il quadro finanziario che si stila è assai costoso se non addirittura faticoso da digerire già partendo dalle differenze tra il 2006 e il 2007. Passando ai termini di paragone si vede che salgono i costi dei beni e servizi (da 310 a 345 milioni), quelli del personale (da 212 a 257) e non può mancare un capitoletto di cosiddette altre spese. Questo raddoppia (da 35 a 88milioni). Tutte note salienti che contribuiscono alla previsione di manovre finanziarie complessive che si stabilizzano attorno ai 1.785 milioni di euro nel 2007, ai 2.289 milioni nel 2008 fino ai 2.564 milioni nel 2009. Per un totale appunto di 6.538 sui quali però si staglia comunque l’ombra di un debito commerciale di circa 2.000 milioni annui. E questo appena conteggiato altro non è che il debito sanitario di parte corrente. Lo stesso debito che le Asl e le aziende ospedaliere, e quindi la Regione che distribuisce loro le risorse finanziarie, ha con i fornitori di beni e servizi sanitari non pagandoli ormai da 18 mesi.

Per non aggiungere l’altro ammontare debitorio di 150 milioni di euro riferito al 2006 che fa già parte del debito corrente del 2008 perché frutto di un accordo tra la giunta Marrazzo e l’ospedalità privata. Certo è che con queste premesse è assai difficile prendere per buono lo slogan del governatore che recita «con questo Dpefr avremo meno tasse e più servizi».

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