Riecco le dive di una volta rivestite coi colori di Gucci

Nel corale "Amarcord" svetta la signorina snob di Kristina T. Il miracolo di Simonetta Ravizza: pellicce povere ma belle

Riecco le dive di una volta rivestite coi colori di Gucci

Tra gli anni Settanta che già per conto loro guardavano agli anni Quaranta, la fine dei puritani Fifties e l'inizio dei favolosi Sixties: ecco le epoche di riferimento della moda donna per il prossimo autunno inverno in passerella ieri a Milano. Nella gigantesca operazione «Amarcord» che gli stilisti hanno orchestrato in modo quasi corale, svetta per eleganza, ricerca e lucidità il lavoro di Frida Giannini su una collezione Gucci semplicemente meravigliosa. La rilettura a tratti didascalica dello stile lanciato negli anni Settanta da attrici iconiche come Angelica Huston, Faye Dunaway e Silvana Mangano nel film Gruppo di famiglia in un interno girato da Visconti nel 1974, stimola la fantasia della stilista fino al dandysmo che in chiave femminile, lussuosa e contemporanea, diventa glamour. Ecco quindi le nuvole di pelliccia colorata intorno al collo (punto di partenza dell'intera silhouette) oppure portate con sublime nonchalance anche quando si tratta di un capolavoro in volpe argentata e visone nero intarsiati con una tecnica detta sintesi sul pelo di Kidassia, una capra che sembra scimmia. Apre la sfilata una ragazza in gonna pantaloni grigia, giaccone peloso verde ottanio, camicia di seta color ruggine e sulla testa quel cappello a larghe tese detto Fedora che fa tanto diva del noir. Segue un tailleur in camoscio verde bottiglia come la giacca di pitone lucidato a mano, mentre i calzoni larghi e a vita alta sono di nabuk bianco ma sembrano in velluto di seta. Tutti i modelli per il giorno sono presentati con una serie di borse belle da fermare un orologio soprattutto quelle piccole, dal sapore vintage perché rieditate dal fantastico archivio della maison in coccodrillo o lucertola con tinte che vanno dal giallo all'ocra passando per il viola. La sera prevede lunghi chemisier di chiffon trasparente e coloratissimo sui pagliaccetti in tinta tagliati come costumi da bagno. «Si possono mostrare le gambe con eleganza e non solo quelle» conclude l'intelligente ragazza alla guida del marchio che nel 2011 compie 90 anni. Cristina Tardito, in arte Kristina T, pensa invece che la signorina snob, icona di riferimento della sua deliziosa collezione, debba scoprirsi il meno possibile. Per cui sotto alle T-shirt in raso strecht verde petrolio indossa la cosiddetta calza gonna: una sottana in garza di lana attaccata ai collant nello stesso materiale. L'immagine è fresca, pulita e molto più sexy di quanto non sia mai stata Franca Valeri. Sul sex appeal inteso come motore di ricerca dello stile scrive una bella pagina di moda Alessandro Dell'Acqua con la sua stupenda collezione battezzata N.21 e ispirata da Zizi Jeanmaire, la grande coreografa e ballerina francese sposata con Roland Petit e vestita molto spesso da Saint Laurent nel senso di Yves. Da questo grande creatore che ha trascinato le donne lontano dalla banalità come il pifferaio magico della fiaba, prendono tutti a piene mani colori, forme e proporzioni fatte apposta per donare. Purtroppo nel caso di Elena Mirò, linea del Gruppo Miroglio dedicata alle plus size, ci si dimentica di un'importante lezione sulle lunghezze: sotto il ginocchio ammazzano qualsiasi figura, figuriamoci quelle piene di curve.

Simonetta Ravizza invece ha sempre lottato contro questo pregiudizio e stavolta è riuscita a fare un piccolo miracolo: pellicce povere (massimo 2000 euro al pubblico) ma belle per conquistare il mercato giovane e modaiolo. Cui piacerà moltissimo la minigonna di mongolia dedicata a Jane Birkin, il gilet in volpe stampata a tigre, ma anche il classico visone bianco da vera signora bon ton.

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