Riecco il rock libero dei Baustelle: «Non ci interessa il successo»

MilanoFacce da Beatles in epoca lisergica (Sgt Pepper e dintorni), aspirazioni tematiche e musicali nuove, e vecchie convenzioni confermate. Come, ad esempio, snobbare il Festival di Sanremo e la tv in genere. I Baustelle - al quinto album ufficiale in uscita il 26 marzo, titolo impegnativo e à la Battiato: I Mistici dell'Occidente (Atlantic/Warner Music) - restano una band di nicchia e di culto. Anche se poi ti sfornano un videoclip tratto dal singolo di lancio Gli spietati, moderatamente affollato di volti giovani del cinema, dove spicca soprattutto Carolina Crescentini e ti dicono che, insomma, fare il botto con una hit tipo Bruci la città (brano che il leader Francesco Bianconi ha composto per Irene Grandi) non sarebbe certo un male. «Non è che faccio apposta a comporre un brano di successo per la Grandi e conservo quelli di nicchia per i Baustelle», dice Bianconi con un sorriso tra il malinconico e l’aristocratico. I Baustelle (con Bianconi, Rachele Bastrenghi e Claudio Brasini) tornano sulla scena con un album di inediti scritto in pochi mesi sul promontorio maremmano e affidato con totale fiducia alle mani, ma soprattutto all’orecchio illustre, di Pat McCharty, produttore storico di artisti planetari come Rem, U2 e Madonna. «Per queste nuove canzoni - spiega Bianconi - volevamo un sound, ma soprattutto un taglio nel mixaggio, tipicamente anglosassone. Eravamo determinati a non inseguire le necessità radiofoniche, come si può capire dalla lunghezza dei brani e dal linguaggio delle liriche». Effettivamente, i Baustelle non hanno l'aria di voler lisciare il pelo a nessuno. Si parla di declino dell’Occidente, di ragazze groupie (quelle che seguono le band in tournée ed entrano, diciamo così, in confidenza con gli artisti), persino di spiagge affollate di siringhe e lattine. In più, qua e là, affiora la politica. «Politica nel senso più nobile e meno elettorale del termine», ci tiene a specificare il leader dei Baustelle, che poi spiega il senso del titolo: «I Mistici dell'Occidente è tratto dall’omonimo saggio di Elémire Zolla - rivela Bianconi -. Un giorno l’ho comprato nella libreria sotto casa, e mi ha conquistato. Per mia ignoranza non conoscevo Zolla.

Se in questo disco evochiamo Battiato? Senza dubbio: è un artista che apprezziamo e col quale speriamo di poter collaborare in futuro». Ad aprile sono attesi tre concerti speciali dei Baustelle (con orchestra di venti elementi): a Roma il 17 aprile, a Milano il 19 e a Firenze il 27. In estate, la tournée ufficiale.

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