RIESPLODE AFFITTOPOLI A MILANO I furbetti con vista Duomo a 300 euro al mese

Quindici anni dopo l’esplosione dello scandalo, ancora decine gli immobili del Comune concessi a cifre ridicole: negozi, uffici e alloggi anche a trenta euro, spese incluse. Il sindaco: "La rinegoziazione dei contratti è in corso"

RIESPLODE AFFITTOPOLI A MILANO 
I furbetti con vista Duomo a 300 euro al mese

Milano - Un appartamento di 90 metri quadrati in Piazza Duomo costa 365 euro al mese, ma sotto la Madonnina c’è anche chi (in via Foscolo) paga 13 euro al giorno per un ufficio di 76 metri. Nel cuore di Milano c’è chi ne spende 3 al giorno per un ufficio di 71 mq, contro un canone di locazione medio del Quadrilatero, ovvero Montenapoleone e dintorni, che si aggira sui 1070 euro al mq annui. Dietro la galleria Vittorio Emanuele non se la passano peggio: un ufficio di 29 mq in via Marino 7 costa 162,64 euro al mese. Affittopoli quindici anni dopo. Poco è cambiato nella Milano da bere, come dimostra la lista pubblicata ieri dal Comune di Milano sul proprio sito.

Un elenco di 399 immobili demaniali che non rientrano nel patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica: negozi, cantine, scuole, chiese, uffici, appartamenti.
Per 76 metri quadrati di appartamento nella centralissima via Dogana c’è chi paga 307 euro al mese, un mega ufficio di oltre 500 metri quadrati in piazza Castello è affittato per meno di 3mila euro. Anche l’Udc continua ad avere dal 1997, il suo quartier generale, il comitato regionale, in Galleria Vittorio Emanuele: un appartamento di 5 locali a 21.841 euro all’anno. Le cose non cambiano in periferia: un piccolo alloggio di 40 metri quadrati nella decentrata via Chiesa Rossa è in locazione a meno di dieci euro al mese.

Nel 2011 il quadro non varia: ci sono ancora molti, moltissimi edifici vista Madonnina o Castello affittati a equocanone o a prezzi stracciati, così come uffici e negozi. La questione era tornata alla ribalta nell’ottobre 2007 e allora il sindaco Letizia Moratti aveva chiesto un’indagine interna, con l’aiuto di due consulenti esterni, sulle case di proprietà demaniale. La commissione avrebbe dovuto controllare tutti gli inquilini effettivamente in affitto, contratti di affitto e le scadenze. Obiettivo: aggiornare i canoni ai prezzi di mercato per mettere a reddito i gioielli di famiglia.
A giudicare però dagli elenchi diffusi ieri sembra che non sia stato fatto molto. Non tutti gli appartamenti con vista sulla galleria sono affittati: il 70% dei locali di via Foscolo è sfitto, come una bella porzione di alloggi «fantasma» di via Pellico. E dire che potrebbero fruttare milioni alla casse semivuote di Palazzo Marino. Così a nulla sono valsi gli sfratti nel 2008 dell’Osservatorio metereologico di Milano e il Centro Sociale e Culturale dei Sardi vista Galleria: al loro posto non è arrivato nessuno.

In questi ultimi anni, fanno sapere dal Comune di Milano molti dei contratti di affitto per gli esercizi commerciali in Galleria Vittorio Emanuele sono stati rinegoziati, tanto che dai 6,9 milioni di euro riscossi complessivamente nel 2007 si è passati ai 10,5 milioni di euro del 2010.

«Abbiamo già iniziato a mettere a reddito alcune proprietà del Comune - spiega Letizia Moratti - e questo nostro impegno proseguirà nel prossimo mandato. Con l’assessore alla Casa Gianni Verga stiamo lavorando a questo e alla valorizzazione della Galleria».

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