Rifiuta di lasciare l’ospedale: ci costa 900 euro al giorno

Ebbene sì, signori cittadini, onesti lavoratori e contribuenti tartassati. Nell’Italia dei conti in rosso, del deficit pubblico di cui ormai si perdono gli zeri, della scuola che non funziona, dell’Alitalia che precipita e della Sanità che mai decolla eccoci qua a raccontare l’ennesima storia del surreale.
Arriva da Mestre, provincia di Venezia, luogo ideale per turisti. Certo la gita costa un po’. Ma si sa, siamo Paese ospitale. E così a chi non può provvediamo noi. Tanto meglio se il bisognoso è un clandestino, magari anche pregiudicato e un tantino violento. Ci costa 900 euro al giorno, con la luce se ne va fuori sulla sua sedia a rotelle, combina affari (chissà se ancora di droga) e la sera torna a casa. Peccato che la sua casa sia un reparto ospedaliero, quello dell’Umberto I. Vitto e alloggio gratis. Da settimane cercano di cacciarlo, non ha più bisogno di cure, ma finora nessuno è riuscito a liberare il «suo» posto letto.
Non si lamenti chi resta in coda per ore in un pronto soccorso, o chi ci resta quasi secco col cuore rotto in attesa di una visita. Sì perché sappiate che davanti a voi c’è Lui.
Lui è un tunisino irregolare di 23 anni. Il suo Paese non ha ancora risposto al nostro ministero degli Esteri e così ricoverato da mesi all’ospedale di Mestre (Venezia), rifiuta di essere dimesso. Per sfuggire alla cattura dopo aver accoltellato la sua convivente, era finito, lo scorso novembre, sotto un treno, perdendo entrambe le gambe. Ora è guarito, ma conoscendo le larghe maglie della legge rifiuta di firmare. Così non si può cacciarlo. Inutile anche il decreto di espulsione emesso dalla questura. Lui resta a carico della Asl veneziana che gli garantisce vitto, alloggio e assistenza.

Il direttore Antonio Padoan ammette sconsolato: «Sempre più stranieri clandestini utilizzano i servizi sanitari degli ospedali in sostituzione dell’assistenza sanitaria, facendosi curare anche i denti».
E fuori c’è chi muore aspettando.

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