Rifiuti, Bertolaso: "Palermo pulita in 7 giorni"

L’opposizione ha cavalcato l’emergenza trasformando una vertenza locale in una Napoli-bis. Ma la soluzione è già arrivata. Il numero uno della Protezione civile: "Entro questa settimana con l’aiuto dell’esercito via le 4400 tonnellate di spazzatura"

Rifiuti, Bertolaso: "Palermo pulita in 7 giorni"

Roma - Turisti che si aggirano tra i mucchi di immondizia accumulati lungo le strade, cassonetti dati alle fiamme nella notte da quasi ignoti e, infine, l’esercito e la Protezione civile che intervengono. La Palermo di questi giorni era sembrata a molti la Napoli di un anno fa, a parte il particolare, non da poco, che nel capoluogo siciliano il problema non è quello degli inceneritori e delle discariche inutilizzabili.

La mancata raccolta dei rifiuti nell’ultima settimana è stata semmai il frutto di una protesta sindacale, che ieri è stata interrotta dopo l’intervento del governo e che è stata condotta con modalità che andavano molto in voga negli anni Settanta - approfittare del caldo che fa fermentare l’immondizia per convincere la controparte a cedere - e motivata dall’incertezza sul futuro dei lavoratori dell’Amia, ex municipalizzata che naviga nei debiti. Secondo i sindacati l’azienda non può più garantire ai lavoratori né sicurezza né un futuro. Per questo nessuno per giorni ha fatto gli straordinari e in pochi sono usciti con i camion.

Il nodo è appunto finanziario. Domenica era svanita l’ultima possibilità di scioglierlo: un aumento del 35 per cento della tassa comunque sui rifiuti solidi, da far passare in gran fretta perché ieri scadeva il termine ultimo per introdurre variazioni al bilancio previsionale. Il centrosinistra palermitano è riuscito a impedire il voto presentando 1.200 emendamenti.

Modi e tempi che hanno destato molti sospetti nel centrodestra siciliano e nazionale, in primo luogo quelli di Berlusconi. Ieri il premier ha garantito i fondi per gestire l’emergenza. «Mi hanno tirato in ballo per il problemuccio a Palermo. Non ne sapevo nulla, ma ho inviato subito Bertolaso per risolvere».

Il numero uno della protezione civile Guido Bertolaso ha riunito le autorità cittadine e le organizzazioni dei lavoratori in prefettura per un vertice molto più simile a un tavolo sindacale che a un’unità di crisi.

Poi l’annuncio: «La raccolta a rifiuti a Palermo riprende già quest sera». In una settimana saranno rimosse «tutte le 4.400 tonnellate con la collaborazione dell’esercito. L’impiego dell’esercito - ha precisato Bertolaso - è subordinato all’ok del ministro del Difesa». Bertolaso ha quindi spiegato che agli operatori dell’Amia saranno fornite le attrezzature previste dalla 626 cioè le scarpe e altro materiale per svolgere il lavoro in sicurezza. Si tratta soprattutto di «compattatori», che erano richiesti dai lavoratori. La fretta è giustificata. «Non si può tollerare il fatto che Palermo possa fare un autogol proprio all’inizio della stagione turistica. Temo che in altri Paesi del Mediterraneo molta gente stia brindando - ha aggiunto il sottosegretario - se continua questa emergenza si avranno effetti negativi sul piano turistico».

Tutto sommato una fatica minore per il numero uno della Protezione civile alle prese con la ricostruzione del ciclo dei rifiuti in Campania e con il terremoto abruzzese. Il fatto è che la partita è tutta politica, come dimostrano i calibri che ieri hanno detto la loro sul caso. È sceso in campo anche il segretario Pd Dario Franceschini. Nel sito del partito ieri era iniziata una raccolta delle foto della spazzatura palermitana. Il leader ha preso le difese di Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo ed esponente di Italia dei valori. Berlusconi aveva sostenuto che «l’ex sindaco e la sinistra hanno lasciato in eredità al sindaco Cammarata un enorme bacino di precari, oltre 7.000 persone, e Cammarata ha dovuto assumersi l’onere di una stabilizzazione costosa per le casse comunali». Per Franceschini Berlusconi ha «mistificato la realtà». Lo stesso Orlando ha replicato accusando il premier per «le sue bugie e le sue leggi-vergogna».

In difesa del compagno di partito anche Antonio Di Pietro: «Berlusconi, nell’incolpare Orlando della monnezza che oggi c’è a Palermo, ha fatto un’affermazione monnezza, perché sotto Orlando i bilanci erano certificati ed erano considerati i migliori d’Italia». Polemiche, quelle sulla gestione della ex municipalizzata palermitana, destinate a tornare un affare locale, quando a Palermo non ci saranno più mucchi di rifiuti.

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