Roma - Non pagano la tassa rifiuti da anni, a volte non concedono nemmeno risposte a richieste di saldi. Tutti morosi. Dai ministeri, alla polizia, alla Fao, alla procura, fino alla Soprintendenza dei beni ambientali: le grandi istituzioni a Roma «evadono» l’imposta sull’immondizia, alcune da quando è nata la tassa. Hanno un maxi debito con l’Ama, la Spa dei rifiuti del Campidoglio, per quasi 46 milioni di euro. Con questi soldi l’azienda che si occupa di raccolta e spazzatura nella prima città italiana potrebbe acquistare 250 compattatori o assumere 1.500 spazzini. In totale a Roma non si paga la tassa Tari (tra aziende grandi e piccole) per 700 milioni di euro. Le grandi istituzioni contribuiscono per quasi l’8% a questo debito stellare che, se saldato, potrebbe trasformare il servizio di raccolta nella Capitale. Venticinque enti hanno arretrati per più di 500mila euro.
Non versare la tassa sulla spazzatura è una consuetudine che a Roma sembra piuttosto diffusa nei palazzi dello Stato, una pratica che negli anni ha creato situazioni paradossali: fino a poche settimane fa era morosa persino l’Agenzia delle entrate. L’ufficio che riscuote le tasse dei cittadini non pagava la tassa sull’immondizia per 3 milioni 200mila euro. Recentemente ha estinto il debito.
La lista nera di chi ignora la Tari, aggiornata al 30 aprile 2008, parte con la Fao: l’agenzia delle Nazioni Unite, che da domani celebrerà la conferenza sulla sicurezza alimentare con quasi 3mila delegati, ha una morosità di 5 milioni 337mila milioni di euro. Record. In genere si tratta di debiti accumulati nel corso dell’ultimo quinquennio: alcuni enti hanno mostrato spiragli di dialogo per un prossimo pagamento, altri, come l’organizzazione dell’ Onu, non offrono segnali di trattativa.
Non si salva dall’evasione la giustizia, di nessun grado, non si salvano i ministeri, tutti. Procura generale, Appello e Cassazione: nessuno paga la tassa rifiuti. La Suprema Corte ha un debito di 281mila euro, la Corte d’Appello di 805mila euro, la Procura di 139mila.
Non versano la Tari il comando generale dei carabinieri del Lazio, la Guardia di Finanza, con la sua scuola di polizia tributaria. Tra i palazzi governativi, è morosa anche la presidenza del consiglio: pagamenti scaduti per 158mila euro. La Camera dei deputati deve più di 243mila euro secondo i dati dell’Ama, anche se a Montecitorio assicurano di aver saldato il dovuto per la spazzatura. Nell’elenco dei morosi ci sono poi la Motorizzazione, la Marina, la Pontificia Università Gregoriana. La Soprintendenza dei Beni Ambientali, dove la cura della pulizia cittadina dovrebbe essere una priorità, ha un’inadempienza di 217.293 euro.
Dall’elenco si scopre che «evade» la tassa sull’immondizia anche il ministero delle Finanze: gli arretrati superano i 2 milioni e 200mila euro per differenti immobili, anche se il dicastero è al momento «in trattativa». Risultano evasioni a parte per il ministero del Tesoro, ragioneria generale: più di 383mila euro.
L’Ama ha ricevuto generiche garanzie di pagamento (meglio del silenzio di altri) dalla Farnesina, che ha una morosità superiore al milione e 700mila euro, e dal ministero della Difesa, dove non si versa la tassa per quasi 2 milioni di euro. I debiti più alti tra i ministeri vanno al Viminale, dipartimento di Pubblica sicurezza (quasi 2 milioni e mezzo) e al dicastero delle Comunicazioni (più di 3 milioni).
Nel corso degli anni alcuni ministeri hanno cambiato nome, si sono accorpati o spacchettati, ma senza
perdere la morosità. Come il ministero dei Beni Culturali, che oltre a debiti più recenti intorno ai 350mila euro, ne ha per altri 155mila di quando deteneva anche le competenze ambientali. Ma non pagava la tassa sui rifiuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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