Rifiuti, e ora Marrazzo scarica l’Ama

L’eurobocciatura al piano rifiuti della regione Lazio ha messo le ali ai piedi al presidente della Regione Piero Marrazzo, che è anche commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. E che in tale veste giovedì sera ha siglato, con il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, l’intesa su un nuovo piano riveduto e corretto. Tante buone intenzioni (sviluppo delle politiche di prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti, implementazione della raccolta differenziata) e un solo fatto: si punterà sui tre impianti di Colleferro, San Vittore e Malagrotta, con sei linee in esercizio più due di riserva. Scompare invece il quarto termovalizzatore, la cui gestione sarebbe dovuta essere affidata ad Ama.
La versione definitiva del nuovo piano sarà resa noto entro la settimana prossima ma le polemiche sono già scoppiate. E non solo nel centrodestra. L’unico davvero entusiasta ieri era proprio Marrazzo, ansioso di mettere una crocetta su quello che, secondo lui, era un «altro dei grandi temi risolti dal governo della Regione». Difficile invece render conto di tutte le reazioni preoccupate. «Alla fine Marrazzo si è dovuto arrendere alla sinistra radicale che, come già avvenuto per la Pontina, anche sul piano rifiuti ha imposto alla maggioranza un accordo al ribasso», ha detto il consigliere regionale dell’ Udc Aldo Forte. Di una «vendetta di Marrazzo nei confronti di Veltroni» parla il capogruppo regionale della Dc Fabio Desideri, riferendosi alla «cancellazione dell’impianto dell’Ama dal Piano Regionale dei rifiuti» come risposta all’«umiliante esclusione di Marrazzo dal comitato dei saggi del Pd e a seguito delle continue, irritanti, critiche del sindaco».
Ma anche nella maggioranza c’è chi dice no. «Bisogna guardare in faccia alla realtà: gli impianti previsti non sono sufficienti per trattare l’immensa mole dei rifiuti del Lazio, che rischia l’effetto Campania», dicono Giuseppe Celli, capogruppo regionale Sdi e Claudio Bucci, presidente della Commissione Ambiente. Addirittura tragico Mario Di Carlo, coordinatore regionale della Margherita: «Il rafforzamento industriale di Ama, a prescindere dal fatto che sia pubblica o no, viene ammazzato. E poi si costruisce una montagna di traffico le cui emissioni nell’aria saranno almeno trenta volte superiori a quelle che si sarebbero avute se si fosse fatto un impianto in più». Critico anche Donato Robilotta, capogruppo Sr: «Il piano regionale sui rifiuti presentato da Marrazzo al governo era già insufficiente, ma quello partorito dall’accordo con il ministro Pecoraro Scanio è assolutamente insufficiente per le esigenze della regione tanto da farla entrare a breve in emergenza rifiuti come la Campania».

E Anna Pizzo, consigliera del gruppo Ambiente e Lavoro per la sinistra europea, fa notare come il piano «non tiene conto di quanto chiesto e ribadito dai cittadini di Malagrotta, in barba alla tanto declamata partecipazione». Infine il cruccio del segretario generale fp-Cgil Gianni Nigro: «Si rischia di aprire la strada agli interessi e alle imprese private».

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