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Rifiuti, "il rischio vero sono le ecoballe nocive"

Oltre all’immondizia ci sono anche cinque milioni di tonnellate tossiche che l’Ue vieta di smaltire. La denuncia dell'economista ambientale, Guido Viale

Rifiuti, "il rischio  vero  sono le ecoballe nocive"

Milano - Aspettando Godot, Napoli muore e l’Italia non sta tanto bene. Guido Viale è un economista ambientale che scrive sul Manifesto, guidò la protesta studentesca nel ’68 e insomma di destra non è. Punta il dito, e non da ora, su 14 anni di «errori e cattiva volontà degli amministratori», a tutti i livelli e di tutti i colori. Avverte che no, Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino non possono nascondersi dietro alle scelte fatte da altri, perché da parte loro «nulla è stato fatto», anzi. Smonta le «misure usa e getta» del governo Prodi. Soprattutto, individua un rischio peggiore del male: «Il governo aspetta l’inceneritore come Godot. Ma anche ammesso che arrivi davvero, l’impianto ad Acerra, l’Unione europea vieta di smaltire così quei 5 milioni di tonnellate di ecoballe nocive». Il rischio «è che ci provino lo stesso».

Situazione funesta.
«Gravissima e disastrosa. A Napoli ciò che non si vede è più pericoloso di ciò che si vede. Oltre ai rifiuti per strada, ci sono quelle ecoballe che contengono anche rifiuti nocivi infiltrati surrettiziamente. Per non parlare dei terreni in cui sono stati sversati rifiuti industriali, nel triangolo della morte fra Napoli, Caserta e Acerra».

ll governo ha chiesto la solidarietà delle altre regioni.
«La Campania produce 7mila nuove tonnellate di rifiuti al giorno. A questo ritmo non basterà. E ha un bel chiedere garanzie il presidente della Lombardia Formigoni. In Campania non c’è possibilità di trattare i rifiuti. Infatti quella che sta girando per l’Italia è spazzatura fresca, non le ecoballe nocive».

Per quelle che si fa?
«Il piano del governo non dà risposte. Credo che aspettino l’inceneritore. Ma nessuno dice che l’Ue vieta di smaltirle così».

Quindi?
«Probabilmente pensano di farlo lo stesso».

Nell’immediato cosa si può fare?
«Ridurre alla fonte la produzione di rifiuti con provvedimenti drastici, vietando la vendita di prodotti con imballaggi. È urgente andare in tutti i negozi e i supermercati, togliere gli imballaggi e portarli negli impianti di riciclaggio, che ci sono anche in Campania».

E la raccolta differenziata?
«Va avviata, ma non è immediata. Il governo prevede 4 mesi per progettarla e 4 per applicarla. E i risultati arriveranno solo fra anni».

Questione di cultura?
«No, guardi. In Campania 150 sindaci l’hanno già avviata».

Napoli no, ma il sindaco Iervolino ha addossato parte della responsabilità al governo.
«A Napoli nulla è stato fatto. Per 14 anni Comune, Regione e governo si sono limitati a nominare commissari, in un continuo rimbalzo di responsabilità».

Bassolino che cosa avrebbe dovuto fare?
«Tanto per cominciare rescindere il contratto con l’impresa, Impregilo, cui un bando scellerato ha assegnato la gestione degli impianti e persino la possibilità di individuarne i siti. Era il progetto peggiore, ma si aggiudicò la gara perché promise di costruire l’inceneritore in un solo anno, una cosa impossibile. Pensi che ottennero credito dalle banche dando in garanzia le ecoballe, come fossero barili di petrolio. Ma Bassolino non ha agito, e sì che avrebbe potuto».

C’è l’ombra della camorra?
«Certo, ma vede non è la malavita organizzata che corrompe l’amministrazione, è la cattiva amministrazione che richiama la camorra».

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