Roma

RIFLETTORI PUNTATI SUL GIOVANE YUNDI LI CHE SI ESIBIRÀ NEL «CONCERTO N. 1» DELL’AUTORE POLACCO

Il ceco Belohlavek sostituisce Levine alla guida della Ubs Verbier Orchestra questa sera al Parco della Musica

RIFLETTORI PUNTATI SUL GIOVANE YUNDI LI CHE SI ESIBIRÀ NEL «CONCERTO N. 1» DELL’AUTORE POLACCO

Pietro Acquafredda

Di orchestre giovanili abbiamo ormai una discreta conoscenza, anche a Roma. D’estate, o in qualche più raro tour fuori stagione - come nel caso della Ubs Verbier Festival Orchestra che, giovedì 10, è ospite di Santa Cecilia all’Auditorium - queste orchestre giovanili suonano per importanti istituzioni. Quasi sempre si fanno ammirare, e quasi mai fanno rimpiangere le orchestre di colleghi più maturi, perché in loro c’è qualcosa che col tempo i musicisti di professione perdono: quel suono «giovane», elettrico, vitale, entusiasta, mai logoro, mai stanco, mai svogliato, come i giovani sanno essere. A condizione che la temporanea esperienza professionale nella quale sono coinvolti risulti ai loro occhi proficua, sia cioè occasione per mostrare capacità acquisite, sbocco d’eccellenza degli anni di studio, opportunità di lavoro ai massimi livelli. Se questa convinzione manca, le orchestre di giovani sembrano già vecchie, stanche, adagiate, sfilacciate come alcune di adulti.
A Roma una sola positiva esperienza in tal senso: quella dell’orchestra giovanile di Santa Cecilia che ha avuto vita breve, tre anni appena, dal ’97 al 2000. Ora l’arrivo a Roma di un’orchestra di giovani, compresi fra i 17 e 29 anni, provenienti da una trentina di Paesi, complesso stabile del Festival di Verbier, sulle montagne svizzere, finanziata da un benemerito istituto bancario svizzero, la Ubs, deve far riflettere e semmai riprendere il filo, colpevolmente interrotto all’alba del nuovo millennio.
La Ubs Verbier Festival Orchestra si forma ogni estate secondo un protocollo orami consolidato: selezioni accurate, cui segue una beata clausura sulle belle montagne svizzere, per almeno una quindicina di giorni, a lavorare sodo con istruttori di valore; e, infine, esibizioni pubbliche sotto la guida di valenti direttori (come Levine, Barenboim, Temirkanov), come previsto dal programma del Festival. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, compresi quelli dello sponsor finanziario che naturalmente non ci pensa neppure a defilarsi dall’impegno.
A Roma, per l’unico concerto italiano, la Ubs Verbier Festival Orchestra arriva orfana del direttore annunciato, James Levine, al suo posto il ceco Jiri Belohlavek che con l’orchestra ha già un rapporto stabile; immutati restano invece il programma e il solista invitato, il cinese Yundi Li, una star nel suo Paese, vincitore del Concorso Chopin nel 2000 e che ora, nonostante i suoi ventitré anni, è richiestissimo dalle istituzioni musicali e anche dalla pubblicità. Yundi Li suonerà il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Chopin.


L’Orchestra da sola, invece, aprirà il programma con la scattante Ouverture da La sposa venduta, opera comica di Bedrich Smetana; e lo chiuderà con la Settima di Beethoven.
Questa sera ore 21 Parco della Musica

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