da Roma
Il contingente in Afghanistan verrà rinforzato, quasi certamente con elicotteri dattacco Mangusta e con veicoli blindati Lince. Il piano dello Stato maggiore della Difesa verrà presentato oggi dallammiraglio Gianpaolo di Paola al Quirinale, durante il Consiglio supremo di difesa alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, con Romano Prodi, e i ministri DAlema, Parisi, Padoa-Schioppa e Amato. Dopo questo vertice potrebbe sciogliersi il nodo dei rinforzi, per ora legati soltanto a indiscrezioni, e che ha preoccupato ieri la sinistra radicale, in particolare Rifondazione. Intanto dallAfghanistan arrivano le prime notizie su Rahmatullah Hanefi, il volontario di Emergency arrestato dopo la liberazione di Daniele Mastrogiacomo. La Croce rossa italiana ha potuto visitarlo in carcere.
Lesigenza di un «adeguamento» del contingente al pericoloso contesto afghano in realtà è stata fatta trapelare ieri anche dal ministro della Difesa Parisi in unintervista con Repubblica. Lavevano fatto notare anche gli americani criticando la trattativa italiana che aveva portato alla liberazione di Mastrogiacomo: le regole dingaggio italiane sono «limitanti».
Parisi, pur non parlando di regole dingaggio, è tornato sulloggettiva «schizofrenia» dellintervento Nato in Afghanistan: ci sono «due interventi diversi per modalità e per ipotesi in cui si muovono», ossia Usa, Gran Bretagna e Olanda al sud e gli altri europei che per ora militano nella missione Isaf fermi a Kabul e Herat.
Questo punto, a parere di Parisi, «dovrà essere messo a fuoco già nella prossima riunione della Nato». LItalia non è in guerra, ma «si sta affrontando una situazione oggettivamente pericolosa che ci chiama a un intervento militare commisurato al pericolo».
Le parole del ministro hanno però allarmato Rifondazione, tanto più che lo Stato maggiore della Difesa starebbe pianificando uno schema di rinforzo predisposto su richiesta del generale a capo della missione Isaf, Antonio Satta, che prevede linvio di elicotteri A-129 Mangusta e di mezzi blindati, oltre a nuovo personale per istruire le forze di sicurezza afghane. Anche il Prc, sottolinea il capogruppo al Senato Giovanni Russo Spena, considera «un obbiettivo prioritario» la «sicurezza dei militari italiani». Tuttaltra cosa», chiarisce però, «è adoperare i motivi di sicurezza come alibi per inviare in Afghanistan armi e mezzi offensivi».
«Siamo fermamente contrari allinvio dei Mangusta - avverte Russo Spena - che contrasteremo con la massima determinazione».
La missione non cambia, precisa anche il segretario di Rifondazione, Franco Giordano: «Non possiamo derogare ai principi che abbiamo definito insieme».
Ma lesigenza di un«adeguata protezione» per i nostri militari è stata ribadita ieri anche dal ministro degli Esteri Massimo DAlema.
Il vicepremier ha rilanciato la necessità di una «conferenza di pace», ma ha anticipato che lItalia fornirà ai suoi militari «i mezzi necessari» a fronte di «unaccresciuta iniziativa da parte dei Talebani».
DAlema ha anche criticato Silvio Berlusconi perché si è «sottratto al «dovere nazionale» di rifinanziare le missioni militari: lo ha fatto, ha polemizzato DAlema, «per estremismo, per strumentalismo, per ragioni politicamente poco commendevoli». Invece di criticare il centrodestra, risponde invece a DAlema Maurizio Gasparri (An), il ministro degli Esteri «pensi alla sua posizione di maggiordomo di Gino Strada. Questo governo filotalebano mette a rischio i nostri soldati».
In realtà il governo ha ben altre preoccupazioni dellastensione di Berlusconi: oltre al caso del rinforzo militare, rimane aperta la questione sulla sorte di Rahmatullah e Adjimal, il volontario di Emergency e linterprete di Mastrogiacomo, il primo arrestato dal governo Karzai, e il secondo nelle mani dei talebani.
Ieri Gino Strada ha ripetuto che la sua associazione non può «pagare il prezzo» della vicenda Mastrogiacomo.
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