Rifondazione attacca: «Il Cinese vuole elezioni con la propria lista»

Bologna, gli alleati denunciano il piano di Cofferati per sfilarsi dalla morsa dei compagni di giunta. Slitta il voto sulla legalità

da Bologna
Il sindaco Sergio Cofferati, che da mesi sta mettendo alla prova in tutti i modi la sua maggioranza di centrosinistra, annunciando ogni giorno sgomberi e iniziative indigeste all’ala radicale dell’Unione, starebbe pensando a elezioni anticipate a Bologna, a cui ripresentarsi con una propria lista del sindaco. Lo scenario è stato prospettato ieri in un articolo apparso su Liberazione, il giornale di Rifondazione comunista. Un dato di per sé singificativo, visto che proprio il Prc è tra i partiti più scontenti della gestione Cofferati, ma non è disposto a farsi cacciare fuori dalla maggioranza. «Sciocchezze - le ha definiti ieri il diretto interessato - ipotesi prive di qualsiasi fondamento, agitate da chi non vuole affrontare i problemi di merito o da chi si trova a corto di argomenti».
Ma non è solo fantapolitica e i vertici cittadini di Rifondazione non cadono affatto dalle nuvole: «La voce circola sotto i portici - dice il segretario provinciale Tiziano Loreti -. Sarebbe un fatto preoccupante per tutti, anche per i Ds, perché vorrebbe dire che la primavera di Bologna è durata poco. Noi a Cofferati diciamo: “Hai fatto la tua battaglia sulla legalità, accetta la nostra astensione, poi ripartiamo da lì”. Sarebbe devastante per l’immagine, ma certo ormai potrebbe succedere di tutto». Non vuole entrare nella questione, invece, il capogruppo dei bertinottiani alla Camera Franco Giordano, che oggi sarà a Bologna per trattenere nella giunta il suo assessore vicino alle dimissioni: «Non posso discutere sul niente, commentare discorsi da circolo».
A mettere uno sopra l’altro tutti i mattoni che da prima dell’estate il sindaco ha cominciato a posare qualche dubbio, però, viene: attacco ai partiti («La gente sta con me, loro sono lontani dalla realtà»); sfide continue all’ala sinistra dell’Unione; protagonismo esasperato; ultimatum sulla legalità e conseguenti avvertimenti («Da questo voto deciderò il futuro della maggioranza»). Il muro Cofferati potrebbe averlo costruito per preparare il campo a una sua lista, alleata a Ds e Margherita. O, almeno, starebbe usando questa ipotesi per ricondurre e più miti consigli gli alleati ribelli di Rifondazione e Verdi. Il Cinese è sostenuto da alcuni sondaggi riservati che gli danno un altissimo consenso tra i bolognesi. Il suo indice di gradimento, però, appare controverso, visto che diversi settori che gli dovrebbero essere molto vicini, tra cui la sua ex Cgil, lo hanno invece più volte attaccato: l’ultimo caso proprio ieri, con la decisione di indire uno sciopero del trasporto pubblico locale dopo un incontro deludente avuto proprio con il Comune.
La prospettiva di una lista del sindaco preoccupa anche la Quercia che, pur sostenendolo nelle sue battaglie, nutre qualche preoccupazione per la presenza di un uomo solo al comando. Ufficialmente, però, la prudenza è d’obbligo: «Non penso che il sindaco abbia questa intenzione né indicazione - dice Marco Lombardelli, coordinatore cittadino dei Ds -. Ha messo in campo una tabella di proposte, non servono retropensieri particolari». Ma poi non nasconde che il voto sulla legalità non sarà indolore: «Noi abbiamo lavorato per la tenuta dell’alleanza, credo anche per il sindaco, ognuno poi farà le sue valutazioni». Il cammino è irto di difficoltà: ieri lo stesso Cofferati, con un’altra mossa a sorpresa, ha rimandato a gennaio il voto in Consiglio comunale del suo testo sulla legalità.

Nel frattempo, si parlerà del bilancio per il 2006, con 13 milioni di taglio alle spese correnti, che investono anche gli asili nidi («Non però i campi nomadi», accusa la Lega Nord), ma anche dei nuovi sgomberi che ha già messo in programma. E per l’Unione saranno ancora dolori.

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