Cronache

RIFONDAZIONE CIVILE

Chiunque abbia letto anche solo una volta il Giornale in generale e l’edizione ligure in particolare, sa che queste pagine non sono propriamente uguali a quelle di Liberazione. Sa che, quasi sempre, le nostre idee e quelle di Rifondazione comunista non collimano. Sa che le battaglie più dure contro alcune delle idee portate avanti dagli esponenti bertinottiani partono proprio da queste pagine.
Però, chiunque abbia letto anche solo una volta il modo in cui raccontiamo quelle idee - anche e soprattutto le più lontane dalle nostre - sa che non falsifichiamo mai le notizie. Che l’onestà intellettuale ci guida quando raccontiamo le tesi di ognuno, anche le più estreme o estremiste. E che abbiamo il massimo rispetto per chi dell’onestà intellettuale fa la sua bandiera. Come accade spesso a Fausto Bertinotti e ai suoi. Per esempio, sono stati promossi a editoriali di questa edizione interventi dell’ex capogruppo di Rifondazione in Regione Arturo Fortunati, del segretario provinciale genovese Bruno Pastorino o di un elettore confesso di Prc come il nostro Yuri Brunello. Tutte persone di cui non condividiamo le posizioni, ma tutte persone che stimiamo molto e che, spesso, non possono dire la loro. Soprattutto sui giornali e nei media dove abbondano cronisti che la pensano come i loro alleati.
Qui, anche solo per contraddirli, per criticarli o per contrastarli, spazio per loro ce ne sarà sempre.
Ed è anche per questo che mi ha fatto particolarmente piacere la lettera con cui il segretario regionale di Rifondazione Giacomo Conti ci ha spiegato che non solidarizzava con il presidente del Consiglio regionale Mino Ronzitti dopo un articolo della nostra bravissima Paola Setti, per il semplice fatto che nessuno aveva messo in discussione Ronzitti. Conti, citando alcuni dei post-it gialli affissi alla bacheca del gruppo consiliare di Rifondazione in Regione, mi ha fatto l’onore di informarmi che ce n’è anche uno a me dedicato: «Voglio Lussana direttore della Rai regionale». Salvo poi aggiungere che il pensiero va inserito nel contesto in cui i bigliettini sono stati scritti. Un contesto spesso leggero o ironico. E, quindi, mi ha subito gelato: «Non vogliamo che Lussana lasci il Giornale perchè alla Rai regionale non potrebbe più parlare di Rifondazione comunista». Chapeau. (..

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