Rifondazione non blocca il voto

Sopra Rifondazione e sotto Partito Comunista. Non è l’esito del voto, ma il motivo della disputa, delle feroci proteste portate avanti dal partito di Bertinotti e Giordano per le schede sbagliate a Genova e in tutta la Provincia. Loro, i compagni della prima scissione rossa, accusano senza mezzi termini la prefettura per il pasticcio dei simboli e fanno balenare la parola «dimissioni». Ma garantiscono anche che «per senso di responsabilità», non manderanno all’aria il carrozzone delle elezioni.
Cosa è successo? Che Rifondazione ha deciso di fare una piccola modifica al simbolo da inserire sulle schede elettorali. Piccola, ma per gli esperti del partito, neppure troppo. «Avevamo notato che gli elettori rischiavano di confondersi tra noi e il partito dei Comunisti Italiani, con conseguente rischio di annullamento di molti voti - spiega Giacomo Conti, segretario regionale di Rc -. Per questo abbiamo deciso di invertire l’ordine delle scritte». In pratica, nella parte alta del simbolo, prima c’era scritto «partito comunista» e in basso, sotto la bandiera rossa con falce e martello, c’era scritto «Rifondazione». Inevitabilmente l’elettore vedeva subito la scritta «partito comunista» e meno «Rifondazione». Per questo l’ordine è stato invertito, in modo che fosse più chiaro qual era il partito di Giordano, Bertinotti e Conti.
La variazione era stata apportata sul simbolo depositato in prefettura con le liste. E nella spiegazione sommaria con cui si descriveva lo stesso simbolo, veniva ribadito il nuovo ordine delle scritte. Invece, sulle schede andate in stampa, è stato impresso il vecchio simbolo, quello precedente alla modifica. Un errore che da solo potrebbe anche portare all’annullamento del voto. Il prefetto di Genova, Giuseppe Romano, prova a ridurre la portata del caso. «L’ errore c’è - ammette - ma a mio avviso è formale e non sostanziale e non può creare fraintendimenti nell’elettore. Il logo ha la veste cromatica giusta e non si confonde con nessun altro».
A tranquillizzare molto di più i genovesi sono piuttosto le dichiarazioni di Giacomo Conti. «Mi sorprendo per le parole del prefetto - replica stizzito il segretario regionale di Rifondazione -. Non abbiamo intenzione di presentare ricorso per annullare il voto.

Ma se avessi sbagliato io a presentare il simbolo la nostra lista sarebbe stata giustamente esclusa dalla competizione e io sarei qui a dimettermi. Ho fatto le mie mosse con i nostri parlamentari perché la questione venga affrontata dal ministero».

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