«La riforma? Una cambiale satanica di Prodi»

da Roma

La riforma delle pensioni? «Questa è la cambiale satanica firmata da Prodi per vincere le elezioni. Perché se mantiene le promesse e si abbassa l’età pensionabile, scassa il sistema. Se non le mantiene, sorteggiamo una fabbrica e un ufficio pubblico e invitiamo Prodi e D’Alema a spiegare ai lavoratori che ci si ritira a 60 anni e non a 57».
Giulio Tremonti, vicepresidente della Camera e di Forza Italia, non ha lesinato il sarcasmo per descrivere i due corni del dilemma che attanaglia l’esecutivo. «Per questo governo e la sua maggioranza - ha aggiunto - sarà difficile andare in giro. Più difficile di quanto non sia ora». Gestire il consenso, soprattutto per i maggiori partiti dell’Unione, sarà un’impresa ardua. «Fassino - ha sottolineato Tremonti - è come quello che va al bar e dice: “Offro da bere a tutti”. Ma chi paga? Pagate voi».
L’ex ministro dell’Economia ha voluto rispedire al mittente le accuse mossegli dal titolare del Lavoro, Cesare Damiano, circa il mancato aggiornamento dei coefficienti di trasformazione delle pensioni. «La legge Dini del 1995 - ha ribattuto - prevede che ogni dieci anni si rivedano i coefficienti. Bisognava quindi aspettare la chiusura del 2005 e avviare la procedura nel 2006 con il passaggio alle Commissioni, più complicato con il Parlamento sciolto. Prodi ricordi che hanno avuto 9 mesi di Parlamento aperto. Lo facciano loro».
Nel corso di un convegno organizzato da Forza Italia sulla Finanziaria 2007, Tremonti ha poi voluto ripercorrere le linee-guida del suo operato a via XX Settembre: non aver prodotto crisi con annunci e comunicati, non aver mortificato l’economia con manovre super in tempi difficili, aver concordato la revisione del Patto di Stabilità («la nuova versione prevede che le correzioni si fanno quando l’economia va bene e mi meraviglia che ora il governo non le faccia») e aver avviato due importanti riforme come quella pensionistica e del mercato del lavoro. Una riflessione per ricordare a Forza Italia che «dobbiamo prepararci al governo».
Una difesa sostenuta anche dal vicecoordinatore di Fi, Fabrizio Cicchitto. «Tommaso Padoa-Schioppa - ha detto - dovrebbe chiedere scusa a Berlusconi e a Tremonti perché ha detto che il Paese era in una situazione peggiore del ’92». Il diretto interessato ha accolto l’invito. «Lo ammiro - ha affermato rivolgendosi al predecessore - perché non ha cercato di abbellire le cifre». Con buona pace della Commissione Faini e del Dpef. «Questa mancanza di verità sta portando la maggioranza al disastro», ha precisato il coordinatore azzurro Sandro Bondi. «Questo governo sta portando il Paese in stallo», ha chiosato il capogruppo al Senato Renato Schifani.
L’europarlamentare Renato Brunetta invece ha anticipato i risultati di un sondaggio Ires/Cgil-Swg che sarà presentato settimana prossima.

L’indice di successo elettorale avrebbe dimostrato che liberi professionisti, commercianti e artigiani votano in maggioranza per il centrodestra. Le preferenze degli operai sarebbero equamente suddivise tra i due schieramenti con Forza Italia in vantaggio al Nord in questa categoria.

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