Riforma della giustizia Ciampi dice sì al dibattito del Csm
14 Luglio 2005 - 00:00Ma il capo dello Stato lo limita alla «norma anti-Caselli». Follini: «La sovranità delle Camere va rispettata»
Anna Maria Greco
da Roma
Il Quirinale ha dato il via libera: il plenum del Csm discuterà oggi il parere approvato tre giorni fa dalla VI commissione sullordinamento giudiziario. Ma dovrà limitarsi allemendamento Bobbio sui limiti detà per gli incarichi direttivi, introdotto dal Senato. Carlo Azeglio Ciampi, come presidente del Consiglio, ha approvato lordine del giorno solo ad una condizione: che non si torni sugli altri aspetti delle norme, già esaminati dal Csm.
Lassemblea di palazzo de Marescialli si pronuncerà sulla riforma che potrebbe essere approvata definitivamente dalla Camera la prossima settimana, nel giorno in cui lAnm ha organizzato in tuttItalia il suo quarto sciopero contro il provvedimento. I laici della Cdl, che considerano questa uninterferenza, minacciano di far mancare il numero legale.
Ma il vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni, auspica un ripensamento. «Cercheremo di dissuaderli - dice il numero due del Csm -. Mi auguro che possano rendere agibile il lavoro del Consiglio. Spero che domani (oggi, ndr) ci sia un clima sereno». Rognoni spiega che il presidente della Repubblica «non dà il suo assenso» alla discussione sui punti del documento che «trattano questioni sulle quali il Csm si è già pronunciato in precedenti pareri», mentre lo dà al dibattito sullemendamento Bobbio, «una norma nuova» che si applicherà «anche alle procedure in corso».
La risposta arriva dal laico dellUdc Nino Marotta. «Rispettiamo gli indirizzi del capo dello Stato, ma noi restiamo fermi nella nostra determinazione. Sullimpalcatura generale della riforma il Csm ha espresso già tre pareri, non possiamo rincorrere i parlamentari ogni volta che intervengono con nuove modifiche».
E a sottolineare che stavolta i cinque laici hanno il pieno appoggio politico cè lintervento di Marco Follini. Il leader centrista esprime «rammarico» per liniziativa del Csm e afferma: «Confermo il pieno rispetto per il Consiglio, ma non credo sia una eresia pretendere lo stesso rispetto per lautonomia e la sovranità del Parlamento».
Per Luigi Bobbio di An far mancare il quorum a questo punto è «lunico modo per evitare lennesimo strappo istituzionale del Csm», un «atto eversivo», una «vera e propria ingerenza». Ciampi, dice, non aveva alternative, ma il problema è la volontà del Csm di interferire sul lavoro del Parlamento, anche perché lemendamento che prende il suo nome «non rappresenta nulla di nuovo» rispetto al messaggio del Quirinale alle Camere. È la norma chiamata «anti-Caselli» perché, introducendo i nuovi limiti detà per gli incarichi direttivi, impedirebbe al magistrato di ambire alla successione di Pierluigi Vigna come Superprocuratore antimafia. Questo in teoria, perché in realtà sembra che al Csm sia laltro candidato, Piero Grasso, ad avere il sostegno maggiore. Critici con il Csm anche gli interventi del relatore della riforma alla Camera Francesco Nitto Palma (Fi) e della leghista Carolina Lussana.
Il presidente dellAnm Ciro Riviezzo afferma, invece, che è un «dovere» del Csm dare il suo parere sulla riforma, «una forma di collaborazione non uninterferenza». Ma per Gaetano Pecorella di Fi è ormai «prassi che il Csm ostacoli lattività del Parlamento» e bisogna anche considerare «i rischi» che comporta il doppio ruolo del Capo dello Stato, che è anche presidente del Consiglio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.