RomaLadeguamento dei coefficienti di trasformazione per il calcolo delle pensioni scatterà i 1 gennaio 2010. La conferma è venuta dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, nel corso di una audizione parlamentare. Si sta lavorando anche allaggregazione degli enti previdenziali e assicurativi (Inps, Inpdap e Inail), che dovrebbe consentire in dieci anni un risparmio di 3,5 miliardi di euro. Sacconi ha aggiunto che «presto» il governo varerà un provvedimento per adeguare letà di pensionamento delle donne alla sentenza della Corte di giustizia europea: ma le nuove norme, ha precisato, varranno soltanto per il pubblico impiego.
La Corte europea ha chiesto allItalia di parificare letà di pensione per uomini e donne nel pubblico impiego. Nei giorni scorsi la commissione per la parificazione delletà pensionabile, istituita dal ministro Renato Brunetta, ha presentato cinque proposte: a) tutti in pensione a 65 anni; b) portare a 60 anni, in via facoltativa, il pensionamento degli uomini; c) fissare per i due sessi unetà intermedia (61, 62, 63 o 64 anni); d) rendere applicabile per i dipendenti pubblici il regime Inps dei privati (con assorbimento dellInpdap da parte dellInps); e) infine, fissare unetà flessibile, fra i 62 e i 67 anni, con disincentivi e incentivi di tipo economico: prima si va in pensione, meno si riceve. Questultima soluzione dovrebbe tuttavia prevedere anche un periodo transitorio di adattamento. «Non siamo preoccupati sulletà in cui andare in pensione, ma di quanto si prenderà», ha detto il segretario Cisl Raffaele Bonanni.
A questo proposito, da Sacconi è giunta la conferma che a partire dal 1 gennaio 2010 saranno rivisti i coefficienti di trasformazione che servono per il calcolo delle pensioni. «Applicheremo la legge in vigore», varata dal governo Prodi, ha spiegato il ministro alla commissione Lavoro della Camera. Il provvedimento con cui lallora ministro del Lavoro Cesare Damiano eliminò lo «scalone Maroni» prevede, appunto, la revisione dei coefficienti a partire dal gennaio 2010 (la riforma Dini laveva fissata per il 2005). Si tratta di una operazione delicata: ridurre i coefficienti significa tagliare le pensioni, e lultimo parere del nucleo di valutazione della spesa previdenziale proponeva un taglio fra il 6 e l8%.
È perciò comprensibile che le parole di Sacconi siano state accolte con sorpresa da parte sindacale. «La legge - ricorda il segretario confederale della Uil Domenico Proietti - prevede che venga costituita una commissione governo-parti sociali per modificare i criteri di calcolo dei coefficienti».
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