Riforme, Matteo copia Forza Italia

Approvata la legge che diminuirà le imposte sul lavoro. Gli azzurri: è il nostro testo presentato a inizio legislatura

Riforme, Matteo copia Forza Italia

Roma - Forza Italia mette a segno un successo importante con l'approvazione della delega fiscale e prepara un rilancio al tavolo delle riforme, con una offensiva per un drastico taglio delle Regioni. «La prima riforma di Renzi l'ha fatta Berlusconi. È una affermazione provocatoria ma non è lontana dal vero» dice Renato Brunetta, a proposito del provvedimento votato giovedì dalla Camera in via definitiva. Il capogruppo illustra il testo insieme a Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze e relatore, in sostanza il vero regista dell'operazione. Sottolinea che la misura approvata era quella presentata a inizio legislatura proprio da Capezzone e sostenuta «dalla maggioranza che appoggiava il governo Letta». Capezzone, a sua volta, ringrazia «tutti i gruppi parlamentari», compresi M5s e Sel, che «hanno avuto un atteggiamento collaborativo», con la conseguente approvazione senza voti contrari e con le sole astensioni di Sel e M5s. Un piccolo miracolo, tanto più su un tema dal chiaro spirito liberale. Il principio cardine è quello di impiegare tutte le risorse derivanti dalla lotta all'evasione al fine di abbassare le tasse, specialmente su imprese e lavoratori. A questo scopo sarà creato un «Fondo per la riduzione della pressione fiscale». Inoltre, i soldi risparmiati dal taglio dei contributi alle imprese serviranno a ridurre il carico fiscale delle imprese stesse. Molti i provvedimenti volti a combattere l'evasione, a cominciare dall'ampliamento della detraibilità degli scontrini. Si procederà anche alla riforma del catasto e il numero di vani sarà sostituito dal metro quadrato. Il premier, dopo «il passaggio importante della delega fiscale» promette di varare «la riforma del fisco entro maggio».
Nelle prossime settimane, però, la sfida si sposterà sul fronte delle riforme costituzionali e su un obiettivo chiaro: sfidare Renzi sul terreno della riorganizzazione dello Stato. Se il neo premier spinge per la semi-cancellazione del Senato, Forza Italia si prepara a mettere nero su bianco una articolata proposta di taglio delle Regioni. Il copyright è di Stefano Caldoro che vuole abbatterne il numero da 20 a 5 o 6 (grossomodo equivalenti ai collegi delle Europee), con conseguente regia integrata su territori omogenei sul fronte energetico e infrastrutturale. Il presidente della Campania - di cui proprio ieri si è scoperto, attraverso la diffusione dei dati della Corte dei Conti, che senza proclami si è dimezzato lo stipendio da 16 a 8mila euro al mese - è convinto: «Le Regioni vanno sciolte. Non si può più aspettare. Bisogna dare vita a sei macroaree che abbiano solo compiti di programmazione e pianificazione senza funzioni di gestione, senza gestire denaro pubblico, come invece spetta a Comuni e Stato». «La materia concorrente - conclude Caldoro - ha creato debito pubblico, incertezze, lungaggini. Si è voluto partire dal malato meno grave, le Province, ma la patologia più urgente è il rapporto Stato-Regioni». La proposta è stata sottoposta a Silvio Berlusconi e Mara Carfagna si sta già occupando di tradurla in un testo da portare in Parlamento. «Le Regioni oggi sono dei piccoli Stati pesanti all'interno di uno Stato pesante» spiega la parlamentare azzurra.

«Se davvero si vuole aprire una stagione di riforme bisogna avere l'onestà intellettuale di sposare una proposta davvero rivoluzionaria. Per invertire la rotta e combattere sprechi, sovrapposizioni e clientelismi dobbiamo unire le forze parlamentari e rinnovare uno Stato che così com'è non funziona più».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica