Rignano, i carabinieri alla ricerca della seconda «casa degli orrori»

Resteranno in carcere i sei presunti pedofili di Rignano Flaminio. Almeno fino all’eventuale decisione del Riesame la cui udienza è fissata per il 10 maggio. Conclusi gli interrogatori di garanzia, dunque, sono stati depositati i ricorsi al Tribunale della Libertà anche per il benzinaio cingalese e la bidella, accusati assieme alle tre maestre e all’autore televisivo di «Buona Domenica», di associazione a delinquere finalizzata a commettere sottrazione di minore, sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo, violenza sessuale su minori di anni dieci, atti osceni in luogo pubblico. Il prossimo passo giudiziario sarà la decisione del gup, il giudice per l’udienza preliminare, sul rinvio a giudizio dei sei. Ma non si escludono colpi di scena, legati soprattutto all’arrivo in Procura di nuovi elementi di prova, come il rinvenimento di un’impronta digitale di almeno un bimbo fra quelle rilevate dal Ris in casa Scancarello, Pucci o Magalotti. O nell’auto della bidella Cristina Lunerti, la «donna dei disegni che ci portava nello stanzino, si toglieva la maglietta e si faceva toccare» o nell’utilitaria della maestra Marisa Pucci. «Siamo in attesa dei risultati di laboratorio - spiegano gli inquirenti - sui rilievi effettuati nelle abitazioni degli arrestati, nelle loro auto e sugli oggetti sequestrati nel blitz di ottobre, già riconosciuti dai bambini». Una vicenda che ha sconvolto l’Italia: abusi sessuali ripetuti nel tempo (durante l’anno scolastico 2005-2006) su un gruppo di 20 bambini dell’asilo che, a turno, sarebbero usciti da scuola attraverso una porta posteriore comunicante con la mensa e una scala a chiocciola, entrando nelle auto degli adulti fino a raggiungere un «paese lontano dove ci sono i cuoricini per finta» come si legge sull’ordinanza firmata dal gip della Procura di Tivoli Emanuela Tamburelli.
Una casa dell’orrore quella descritta dai bambini alla psicologa nominata dal Tribunale. Un luogo dove sarebbero avvenute violenze inaudite, camuffate agli occhi dei piccoli come giochi innocenti, aggravate dalla somministrazione di calmanti (benzodiazepine iniettate sul cuoio capelluto). I carabinieri, quindi, sono da giorni alla ricerca di un villino che, stando ai racconti dei ragazzini, dovrebbe essere raggiungibile in 3-5 minuti. Dettaglio, questo, che limita notevolmente il campo delle ricerche. Un caso dalle mille e più prove indiziarie a cominciare dai comportamenti in famiglia delle presunte vittime di violenza. Parole e gesti (simulazioni di atti sessuali) «non consoni» alla loro età nonché comportamenti psicosomatici simili fra loro. Come lo stato di sonnolenza pomeridiano, l’inappetenza in classe e a casa, gli incubi notturni, l’angoscia di tornare a scuola. In sostanza, forme acute di panico e «stati regressivi» (ciucciotto, biberon, letto grande, essere imboccati) difficilmente da superare senza conseguenze. Da aggiungere i riscontri medici effettuati al Bambin Gesù, al Sant’Eugenio e in ospedale specializzato di Milano.

Infine il supertestimone, la colf degli Scancarello dal ’99 al 2001 che ricorda, contrariamente alle dichiarazioni degli indagati, l’arrivo in casa della maestra Patrizia con due bambine con ancora addosso grembiulino e zainetti.

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