Roma

Rignano, la serenità è un miraggio

I genitori: «Dopo 2 mesi di malattia la preside è tornata al posto di lavoro»

Rabbia e tensione a Rignano Flaminio. Il giorno dopo la scarcerazione delle maestre accusate di pedofilia il clima è pesante. Qualcuno vuol farsi giustizia da sé, altri invocano la «cacciata» degli accusatori, i genitori dei bambini che hanno denunciato la scuola degli «orchi». E c’è persino chi, nottetempo, ha lasciato un biglietto all’entrata della materna «Olga Rovere: Vietato l’accesso ai bugiardi». Un pezzo di carta rimosso in pochi minuti. Resta l’atmosfera di piombo e la divisione fra innocentisti e colpevolisti.
Una vicenda drammatica che sta lacerando la cittadina a nord di Roma e i suoi 7500 abitanti. «La preside, assente per malattia da due mesi, improvvisamente è guarita - commenta una mamma mentre aspetta l’uscita delle elementari - e da questa mattina è tornata al suo posto». Primi provvedimenti? Vietare l’accesso agli estranei, a cominciare dai giornalisti. Anche Cristina Lunerti, la bidella indagata assieme alle tre insegnanti, al marito della maestra Del Meglio, Gianfranco Scancarello, e all’ex benzinaio cingalese, è stata rimessa in libertà su disposizione della Procura di Tivoli. «Sono felicissima di tornare a casa - spiega mentre arriva a Morlupo -. Non abbiamo fatto niente e siamo innocenti. A tempo debito sapremo come sono andate le cose. È una storia che non sta né in cielo né in terra. Violenza in carcere? Assolutamente no. In cella non siamo state picchiate, forse è successo qualcosa ieri (giovedì ndr) quando le altre stavano per uscire».
Il parroco, dal canto suo, resta schierato dalla parte delle due catechiste coinvolte nella maxi inchiesta su abusi sessuali nei confronti di almeno 16 bambini tra i 3 e i 5 anni. Così ieri pomeriggio don Enrico Rocchi ha celebrato nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio una messa di ringraziamento per il ritorno degli arrestati. «Pregheremo per i bambini e per le loro famiglie - dice la maestra Lina Pellegrino - affinché ritrovino la serenità perduta e riescano a superare il difficile momento che stanno attraversando. Ovviamente pregheremo per le nostre colleghe ingiustamente accusate e per i loro familiari, che in questi giorni hanno vissuto un momento terribile». Revocata, intanto, l’ordinanza comunale che vietava agli operatori televisivi di avvicinarsi al plesso in via di San Rocco. Su disposizione del prefetto Achille Serra una volante di polizia vigilerà 24 ore al giorno davanti l’istituto scolastico. Resta lo sconforto per le famiglie delle presunte vittime di violenze: «Gli abusi ci sono stati e sono certificati dai medici - spiega uno dei genitori che hanno sporto denuncia -, i referti parlano di danni irreversibili. Se non sono state le persone indagate i magistrati devono spiegarci chi ha fatto tutto questo. Vogliamo delle risposte».
Il primo cittadino, il sindaco Ottavio Coletta, lancia un appello agli organi d’informazione perché abbassino i toni: «Lasciateci in pace - dice - e fate un passo indietro. Di cose ne sono state dette tante. La gente deve essere lasciata serena, soprattutto i bambini che in questo momento stanno soffrendo più di tutti». Al bar dello Sport, gestito dal marito della maestra Silvana Magalotti, anche ieri c’era aria di festa per l’avvenuta liberazione. «C’è stata di aiuto la solidarietà e la comprensione della gente - dice l’uomo con il figlio Anastasio -, nessuno può immaginare cosa si prova quando si è al centro di episodi così infamanti e devastanti.

Cose come questa non debbono più accadere».

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