Da Rimini a Bratislava: la Juve torna dove merita

Dopo solo due anni la Juventus torna in Champions. Nedved: "Il passato è passato. Per noi che siamo rimasti in B sarà una festa"

Da Rimini a Bratislava: 
la Juve torna dove merita

Torino - Poco meno di due anni fa, la Juve partiva da Caselle per andare a Rimini a giocare la sua prima partita di serie B. Ieri, la truppa bianconera è decollata da Torino alla volta di Bratislava dove stasera (ore 20,45) staccherà definitivamente il biglietto per l'Europa che conta. Il 4-0 dell'andata non ammette discussioni né dubbi: stasera gli slovacchi ci metteranno tanta buona volontà e stop. Addio preliminari, quindi: si vola in Champions League. Tabellone principale, insieme alle altre grandi del Vecchio Continente. «Non guardiamo più il passato - è il parere di Nedved -. Quello che è successo è successo: adesso dobbiamo riprenderci quello che ci spetta e rientrare nella dimensione della Juve. Dobbiamo chiudere il cerchio: ci penserò dopo la partita e sarà bello avere raggiunto un obiettivo importante per noi che siamo rimasti».

Rispetto alla partita giocata in Romagna a quei tempi, stasera saranno con ogni probabilità in campo Buffon, Camoranesi, lo stesso Nedved e Del Piero: Trezeguet aveva qualche acciacco allora e anche oggi non è detto che scenda in campo visto il ginocchio scricchiolante. Possibile allora che, insieme al capitano, in attacco ci sia Amauri in attesa di rivedere il francese al top (o quasi) nel posticipo di domenica a Firenze.

Sarà insomma l'ultimo succoso antipasto, quello di stasera. La Juve pronuncia le parole scudetto e Champions League senza più arrossire, e se due anni fa - prima della partita contro il Rimini - giocatori e dirigenti indossarono un polsino tricolore per ricordare a tutti di sentirsi campioni d'Italia, adesso i bianconeri sognano di vincerlo davvero lo scudetto. «Abbiamo un obiettivo molto preciso», ringhia Nedved. Un bersaglio grosso da centrare, appunto. Il pieno di entusiasmo è stato fatto, anche se parte della tifoseria resta scettica sulla bontà delle operazioni di mercato portate a termine e sabato sfilerà per le vie di Torino per stimolare dirigenti e proprietà a fare di più. Ranieri è convinto che sia stato fatto abbastanza e stasera magari ci saranno altre medaglie da lucidare: potrebbe scapparci il primo gol europeo di Amauri, il numero 243 di Del Piero in maglia bianconera, il 161 di Trezeguet e chissà cos'altro. «Dovremo avere la stessa determinazione dell'andata», ha annunciato Ranieri esagerando un po'. Mettiamola così, allora: sarà una partita che servirà a Legrottaglie e Mellberg per affinare un'intesa provata molto raramente e che dovrà durare fino al rientro di Chiellini.

E magari anche a Marchisio che, reduce da un problema a un polpaccio accusato durante le Olimpiadi, potrebbe giocare qualche minuto in coppia con Poulsen in vista di un impiego quasi obbligato contro la Fiorentina.

Quanto a Tiago, è rimasto a Torino a meditare: la Juve non lo vuole più e lui non vuole l'Inghilterra. Risultato: lo stipendio mensile da 216mila euro continua a correre e, a ben vedere, al momento è questo il cruccio maggiore di chi lavora in corso Galileo Ferraris.

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