La crisi dei mercati finanziari scoppiata nel 2008 ha aumentato lavversione al rischio da parte degli investitori, Soprattutto quelli con patrimoni elevati che, non avendo lobiettivo primario di accrescere il capitale ma di difenderne il valore nel tempo, ritengono ora prioritario porre al primo posto la solidità degli investimenti in portafoglio. In tutti i casi, se levoluzione delle esigenze della clientela può assumere diverse chiavi di lettura, nellambito del private banking trova posto una sola risposta giustificata ed efficace: quella in cui le banche creino in concreto le condizioni per una più stretta relazione con il cliente, ispirata nel segno della chiarezza e della trasparenza. Un obiettivo conseguibile solo tramite un approccio relazionale e una filosofia finalizzati a migliorare la qualità del servizio offerto: ogni occasione in cui il cliente interagisce con la banca ne valuta gli standard qualitativi sia sul piano della capacità di ascolto che su quello delle risposte e delle soluzioni proposte.
Una tendenza che non può tuttavia prescindere da un evento di fondamentale rilevanza per il mercato: lo Scudo fiscale ter per il quale si parla di un rimpatrio tra i 70 e i 100 miliardi di euro. Gli esperti stimano che il 39,5% sarà veicolato tramite il settore private di istituti di credito italiani, il 19,8% da banche private estere, il 14% da boutique specializzate nel servizio di private banking, l11,6% dalle reti di promotori finanziari e il restante 15,1% da tutti gli altri soggetti (fiduciarie, consulenti indipendenti, studi professionali, strutture di family office). In base alle indicazioni raccolte nei quartieri generali delle banche i clienti propenderebbero per mantenere la distribuzione esistente per asset class (azioni, bond, liquidità, immobili e altro).
Tuttavia è emersa una tendenza generale ad attivarsi in due tempi: in una prima fase riuscire ad adempiere agli obblighi necessari a portare a termine lo scudo in modo efficace ed efficiente; quindi, una volta chiusa con successo questa prima fase, progettare al meglio lallocazione dei capitali esistenti e rimpatriati. Ma dove andranno questi flussi una volta regolarizzato il rimpatrio dei capitali? In base alle indicazioni degli esperti del settore private banking, una percentuale importante, e cioè il 40-45% dovrebbe essere destinato agli immobili e alle partecipazioni societarie. In particolare, a parte gli edifici destinati ad ospitare le sedi aziendali, i clienti sono interessati agli immobili di pregio o di lusso. Preferite, soprattutto, le unità architettonicamente rilevanti, uniche e irripetibili, possibilmente situate nei centri storici: caratteristiche che consentono di difendersi meglio nelle fasi di rallentamento del mercato e di catturare al meglio le fasi di recupero.
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