Il rimpianto di Bersani: "Quando elessero Monti il Pd vinceva di 11 punti"

In tempi di governo tecnico Pierluigi Bersani non ha più l'occasione di profondersi nei suoi rinomati "si dimetta", rivolti all'indirizzo dell'ex premier Berlusconi. E allora il segretario del Pd si dedica ad altri argomenti.

Non può nemmeno dedicarsi più di tanto al tema caldo - ma forse più che altro scottante - delle primarie di coalizione, considerato il fatto che non hanno particolarmente arriso ai Democratici, tra la vittoria ligure del candidato vendoliano e l'imbarazzo delle primarie palermitane, forse viziate, questa l'accusa rivolta al partito, dall'appoggio alla Borsellino.

Il segretario del Pd preferisce rifugiarsi con un po' di rimpianto nel passato recente. Dalle pagine di Twitter lancia le sue recriminazioni, facendo leva sull'idea dei Democratici di buon cuore, che hanno aperto la strada al governo Monti. E in 140 caratteri rivendica il senso patrio del Pd. Sì, perché, dice lui: "All'elezione del governo Monti avevamo 11 punti di vantaggio nei sondaggi".

Potevano vincere agilmente dunque, a sentire il segretario. Ma hanno preferito la responsabilità alla vittoria: "Sarebbe stata una vittoria sulle macerie". Parlando a Napoli al convegno "Dal Sud con le donne", Bersani non si lascia neppure scappare l'occasione per un autoreferenziale giudizio dell'operativo del governo: "C'è la ripresa di alcuni temi che furono drasticamente interrotti con la caduta dell’ultimo governo Prodi", concede a Monti.

Ma aggiunge e bacchetta: "Non fa il 100% di quello che dico io". Infine una carezza e un aspicio per il futuro: "Comincia a mettersi in una direzione che ha qualche traccia di quel che dico".