Rinvio a giudizio per Calissano

Piero Pizzillo

«Paolo Calissano deve essere processato». É la secca richiesta del pubblico ministero Silvio Franz, che dopo aver condotto un’approfondita e circostanziata inchiesta, è pervenuto alla conclusione di proporre il rinvio a giudizio del noto attore genovese (difeso dall’avvocato Carlo Biondi) con l’ accusa di omicidio, previsto dall’articolo 586 del codice penale, ciè per aver causato, non volendo, la morte della ballerina Ana Lucia Bandeira Bazzera, fornendo alla stessa la droga che l’ha uccisa (decesso conseguente alla cessione di coca). Non solo, v’è un’altra imputazione non lieve, quella di di detenzione di sostanze stupefacenti (30 grammi circa e di cessione delle stesse a più persone e in diverse occasioni). Il giudice Maria Teresa Rubini non ha ancora fissato la data in cui si terrà l’udienza per la discussione dell’istanza del pm. Va detto che con il prosieguo della indagini sul tragico episodio avvenuto il 25 settembre scorso nell’abitazione di Calissano, in via Boselli, - che ha visto come vittima la trentunenne brasiliana, mentre lo stesso attore trovato in stato confusionale nel letto venne salvato dal Narcan -, si sarebbe emersi nuovi elementi a carico dell’indagato, tuttora ricoverato nella comunità terapeutica Fermata d’Autobus di Trofarello (Torino).

Dagli accertamenti degli agenti della squadra mobile diretta dal primo dirigente Claudio Sanfilippo sarebbe emerso che Calissano avrebbe organizzato altri coca - party in casa sua, con disponibilità di cocaina, data ai presenti. La cessione, pur essendo gratuita, è considerata un reato, che diventa più grave in proporzione al numero degli episodi.

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