Risate di bocca buona nel salotto della Sandrelli

Applausi a Roma per «Un’ora e mezza di ritardo»

Enrico Groppali

Un'ora e mezza di ritardo di Sibleyras e Dell è una pièce da boulevard piccola piccola che riprende, in tono minore, la fortunata serie delle commediole familiari inaugurate ai primi del Novecento da Flers e Caillavet e, in epoca più recente, dai veterani Barillet e Grédy. Ma mentre costoro erano dei piccoli maestri della risata facile e, nell'analisi dei problemi amorosi, sapevano esplorare con allegro cinismo i problemi di certa borghesia parigina, gli ignoti artigiani di oggi alle prese coi tic della società contemporanea, si rivelano due artigiani di pastafrolla. I loro infatti non sono personaggi e neanche macchiette. Sono piuttosto due esili figurine da stripes questa Giuliana e questo Vittorio, duetto scipito in partenza di due sessantenni in crisi d'adattamento alla terza età divorati dal fantasma di un sesso che non sono più in grado di praticare. E forse nemmeno di sognare.
Luciano Virgilio, attore dotato di un'irresistibile carica di simpatia, riempie da par suo l'elenco sbiadito di battute che, a forza di essere risapute, hanno perduto persino la carica provocatoria che possedevano un tempo anche se nel ritrattino, tra caustico e affettuoso, del fiscalista in crisi recupera grazie al proprio collaudato mestiere le occasioni che, più rare delle praline nei cioccolatini, affollano il copioncino. Stefania Sandrelli, sempre bella e affascinante, sgrana col suo aggraziato filo di voce le banalità che le tocca ripetere a raffica ma, tradita dall'assoluta mancanza di tecnica, è costretta a limitarsi all'enunciato - e non al senso - di ciò che dice. Mentre la regìa elegante e, a tratti, asprigna di Maccarinelli si compiace di creare attorno ai protagonisti di questa favoletta che nasce e muore in salotto ghiotti rimandi alla privacy degli interpreti.
Alcuni cifrati come il nome della nuora, Michi, che rimanda al diminutivo della Guarnieri compagna di Virgilio ed altri espliciti come il refrain del Cielo in una stanza, scritto da Gino Paoli a lungo legato a Stefania Sandrelli.

Sarà magari un sospetto ma l'edizione italiana del testo che replica, nel nome di Giuliana, la svagata protagonista di Ti ho sposato per allegria occhieggia troppo da vicino la spiritosa commedia della Ginzburg. O sbaglio?

UN'ORA E MEZZA DI RITARDO - di Sibleyras e Dell Regia di Piero Maccarinelli, con Stefania Sandrelli e Luciano Virgilio. Roma, Sala Umberto, fino al 3 gennaio.

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