Il riscatto degli ultimi: «Ecco come ci siamo tolti dalla strada»

ESEMPIO Ai margini della strada, senza lavoro né famiglia, sono ripartiti da zero

Michele in poco tempo perde tutto: il lavoro, la moglie, la casa. Si trova di colpo per strada, senza nulla, con una bimba piccola da sfamare. Vive di stenti, fa la fila ogni giorno alla mensa dei poveri. Lui che in passato aveva pranzato con i pezzi grossi dell’azienda tessile per cui era impiegato. Lui che aveva grandi progetti, accartocciati non appena messo piede nel dormitorio pubblico. Eppure Michele tiene duro: «Ce la farò» si ripete ogni notte. E così è. Oggi vive in una casa popolare ed è uno dei più incalliti venditori di «Scarp de’ tenis», il giornale di strada realizzato in collaborazione con Caritas. La sua storia è finita all’interno del calendario realizzato da Caritas Ambrosiana assieme a quella di altre undici persone in gravi difficoltà che hanno ottenuto il proprio riscatto personale. Che non hanno mollato ma ci hanno creduto fino in fondo.
Come Eduardo, licenziato dall’azienda per cui lavorava, rimasto senza soldi ma ripartito grazie all’aiuto di Caritas e della fondazione San Carlo con il progetto del microcredito. Ora gestisce una rosticceria e sforna polli allo spiedo senza sosta. Ma la voglia di ritornare in pista era talmente grande che non sente mai la stanchezza. Anche Luigi ha avuto la sua seconda chance e non se l’è certo fatta sfuggire. La vita è stata dura con lui, lo ha gettato in una strada e gli ha fatto pagare, con gli interessi, il prezzo di qualche scelta sbagliata. Si è trovato solo, senza speranze. A risollevarlo ci hanno pensato i volontari che ancora adesso lo ospitano in una struttura di accoglienza. Luigi non ha ancora finito il suo percorso ma presto potrà farcela da solo, con le proprie forze.
Il calendario di Caritas racconta anche la storia di Natasha, arrivata in Italia qualche anno fa e travolta dalle difficoltà economiche. I guadagni suoi e di suo marito bastavano a malapena a pagare l’affitto, figuriamoci a mantenere un figlio. Grazie alla generosità delle donazioni, ora ogni settimana c’è chi aiuta la famiglia di Natasha e le dona pacchi di pasta, sughi, cibo in scatola, abiti. Una mano per ripartire e sperare in un futuro un po’ più leggero.
Una storia ogni mese, per trarre insegnamento da chi è stato costretto a ripartire. Da chi si è trovato a zero ma non ha perso le speranze. Con forza d’animo, certo, ma anche con il coraggio di chiedere aiuto.

E grazie a Caritas tutti i bisognosi, dodici mesi su dodici, hanno trovato qualcuno pronto ad ascoltarli, ad aiutarli, a sostenerli nella risalita. Ad esempio con il microcredito: piccoli finanziamenti mirati a realizzare progetti di vita, di lavoro. Una seconda possibilità per i vari Luigi, Eduardo, Michele e Natasha che vivono ai margini.

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