Professore, molta gente non si sente sicura neppure in casa propria.
«Il senso di insicurezza è giustificato. Si ha paura ad uscire la sera, si usano antifurti di ogni genere, si teme di essere aggrediti per strada. E questo avviene perché c’è troppa delinquenza o molto degrado sociale. Purtroppo furti e rapine in Italia hanno raggiunto i tassi più alti degli ultimi 50 anni ma finora nessun governo è mai riuscito a invertire la tendenza».
Secondo lei è saltato il contratto sociale tra i cittadini e lo Stato?
«Non siamo a questo punto. Certo, la gente non crede più nel governo, ma continuano ad avere molta fiducia nei carabinieri e nella polizia che però devono coordinarsi di più. In pratica, le forze dell'ordine non devono mettersi in concorrenza tra loro ma devono restare in contatto continuo e operare assieme alla vigilanza urbana. Importante tassello per la lotta contro la microcriminalità».
Quanto incide la presenza degli extracomunitari?
«I dati sono drammatici: sono stranieri gli autori del 45% delle rapine sulla pubblica via, del 68% dei borseggi, del 51% dei furti negli appartamenti, del 39% delle violenze sessuali. E purtroppo solo il 25% degli irregolari indesiderati riesce ad essere espulso».
Dunque, siamo senza via d’uscita.
«Assolutamente no. Negli Stati Uniti è stato dimostrato che la lotta contro la criminalità si può vincere.
E cosa è successo?
«È aumentata l’efficienza delle forze dell’ordine grazie anche alla figura del sindaco sceriffo».
«Questo argomento è oggetto di battute e di derisione soprattutto da parte della sinistra. A me basterebbe che venisse attribuita ai sindaci più libertà di azione. E, cosa che colpisce, su questi temi, sindaci di destra e di sinistra sono sempre più vicini».
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