Una regione, il Piemonte, tre province, Asti, Cuneo e Alessandria, e 52 comuni legati dalla stessa Docg per un prodotto bollicinoso, lAsti Spumante che, stupore, non ha nella sua culla dorigine il mercato principale. Piace più al Sud dItalia che al Nord e a Nord piace tanto a Milano e Lombardia. Soprattutto, a noi italiani piace berlo a Natale e, in seconda battuta, a Pasqua su panettoni, pandori e colombe. Ci piace meno lontano dalle feste cristiane per antonomasia, tanto che il secondo mercato assoluto, la Germania, stappandolo con maggiore regolarità lungo lanno, arriva a svuotare circa 13 milioni di bottiglie contro i 15 di casa nostra. Siamo quasi lì, con una produzione totale di 71 milioni, alle quali possiamo aggiungere gli 8 milioni di Moscato.
Entrato in crisi di immagine, e poi di qualità e di prezzi, per una disennata politica di occasioni, la scontistica per dirla con una parola tanto brutta quanto efficace, lAsti Spumante ha conosciuto quattro anni di stallo che hanno spinto il consorzio, 0141. 960911, www.astidocg.it, a investire 40 milioni di euro in un triennio per rifarsi il look e arrivare a comunicare che, toccato il fondo, era iniziata la risalita. Lultima stagione è stata quella dellinversione di tendenza, con il boom dellAsti in Russia dove il made-in-Italy piace così tanto che ne beneficia qualsiasi cosa prodotta in Italia o, spesso, dagli italiani chissà dove, il cosiddetto made-by-Italy. Il mercato, tra Mosca e San Pietroburgo, ha fatto segnare un +52% in volume e ricavi da favola se si pensa che uno spumante dolce, che nel Buon Paese viene venduto tra un minimo di 3,5 e un massimo di 25, bottiglie scontate a parte, in Russia viaggia dai 30 in su.
La grossa scommessa dellAsti-mondo è di destagionalizzare il consumo di uno spumante che piace tanto ai palati femminili, che non fa girare la testa, almeno non subito, per una gradazione compresa tra i 7 e i 9 gradi e mezzo, ma con il quale presto dovranno fare i conti anche i palati maschili perché in cucina vanno sempre di più i toni morbidi tanto che si stanno attrezzando anche i grandi chef. Ad esempio, Andrea Berton, del Trussardi alla Scala a Milano, ha proposto, in accompagnamento a una degustazione di quattro Asti un Risotto mantecato allAsti, polvere di cappero e noce di cappasanta alla piastra. bandito il classico bianco secco e via con le coccole tra un vino dolce e lamaro del cappero polverizzato. Piacevolissimo perché un insolito velluto, con lAsti a bagnare, dopo la tostatura, 200 grammi di Carnaroli, da portare a cottura con fumetto di pesce (e non brodo di carne), il tutto per quattro persone.
E poi tutta una serie di suggerimenti che vanno in segno opposto rispetto al panettone natalizio come ad esempio, di sicuro effetto, le quenelles di ricotta - che sia freschissima - alle quali mischiare un cucchiaio di granella di mandorle e uno di granella di noci per poi versarvi sopra miele di acacia, un gusto presente, quello dellacacia, garantiscono i sommelier, anche nellAsti. Perfette anche le frittelle dolci di fiori di acacia e pure di sambuco, previa immersione degli stessi nella pastella. E ora il tris di sorbetti: limone, cedro e arancia. Il primo va arricchito con pepe giapponese (non lavete? pepe rosa, tanto limportante è fare colpo sulla ragazza dai capelli rossi), il secondo con pepe di Schezuan e il terzo con polvere di caffè. E lingue di gatto, non si sbaglia mai.
Per la serie sbizzariamoci, tre suggerimenti: pancette stagionate e salami al peperoncino; no, proprio no prosciutti dolci; pane, burro e aringhe affumicate; infine spaghetti cotti in acqua senza sale, conditi con acciughe dissalate a pezzi, olio e scorzetta di limone. Ricetta molto New Sicily. Ottima (e classica) idea quella dellaspic di frutti di bosco, pesca, ananas, pistacchi e mandorle in gelatina di Asti con una fumata finale - lestate è una stagione allaperto - di Havana Montecristo n.
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