"I nuovi esami su Andrea Sempio? Vi svelo cosa hanno fatto e a cosa servono"

L’analisi delle misurazioni antropometriche su Andrea Sempio fa parte delle nuove indagini sul delitto di Garlasco. Quali sono le potenzialità e i limiti

Screen Tg1
Screen Tg1

Il 24 ottobre 2025, nell’ambito delle nuove indagini sul delitto di Garlasco, è stato chiesto all’indagato Andrea Sempio di sottoporsi ad alcune misurazioni antropometriche, le cui conclusioni sono state affidate all’anatomopatologa Cristina Cattaneo. A Sempio sono stati misurati caviglie, piedi, arti superiori, statura e peso, i quali verranno confrontati con le analisi sulla scena del crimine e le ferite riportate sul corpo di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. C'è chi ritiene che queste misure serviranno anche per ulteriori approfondimenti sull'impronta 33.

“Il problema qui è il confronto: le variabili sono tantissime, perché io dovrei collocare questa persona digitalmente all'interno di un ambiente ricostruito”, spiega a IlGiornale la dottoressa Sara Capoccitti, informatica, criminalista, analista forense e fondatrice del progetto Forensically.

Dottoressa Capoccitti, che cosa significa che gli elementi emersi dalle nuove analisi dei Ris di Cagliari con il laser scanner, effettuate nell’estate 2025, andranno a integrarsi nella consulenza che la procura ha richiesto a Cattaneo “per garantire una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima, sia sul luogo del delitto”?

“Non conosco l’intero quesito. Da ciò che mi avete descritto, presumo che venga richiesto a Cattaneo di produrre una rilettura degli elementi raccolti dalla scansione 3D, per garantirne una valutazione più ampia. Ovvero alla luce delle ferite e delle risultanze medico-legali oltre che del luogo del delitto che è stato scansionato".

In che cosa consiste questo esame?

“L’antropometria in sé non è una metodologia nuova: esiste già da un secolo e fu inventata dal criminologo francese Alphonse Bertillon. Ma, per capire cosa starebbe accadendo nello specifico delle nuove indagini su Garlasco, bisogna partire dalle intenzioni del consulente e come il consulente voglia utilizzare le risultanze di un esame antropometrico”.

Cosa si può fare?

“Con le misure antropometriche si possono confrontare misure di arti e capire se quelle misure fisiche - che si eseguono con le strisce metriche - siano comparabili o meno con le misure di un sospettato. Oppure invece di usare una striscia metrica, posso prima procedere a effettuare queste misurazioni da un punto di vista fisico, cioè tradizionale, poi passare a una scansione 3D, che si fa con un laser scanner”.

E quindi?

“Questo laser scanner permette di creare una nuvola di punti che rappresenta una persona, un ambiente oppure entrambi. A questo punto posso fare delle prove con le risultanze del ‘gemello’ virtuale ottenuto”.

Ma c’è qualche limite?

“Di solito, quando si fanno dei rilievi antropometrici su un sospettato, si ha un soggetto con il quale posso confrontarlo. Per esempio, su un video di sorveglianza c'è un soggetto che cammina, che ha determinati tipi di caratteristiche. Io posso confrontare quel soggetto - ripreso da quei frame - con un sospettato a cui sottopongo questi rilievi antropometrici, al fine di capire se sono le medesime caratteristiche della stessa persona. Lo faccio per quanto riguarda sia le misure, sia la postura, sia la camminata. Può avvenire solo ove possibile, perché non è detto che queste comparazioni siano così semplici da eseguire, non sono immediate”.

Poi?

“Poi posso applicare dei sensori al sospettato e farlo camminare, per evincerne un pattern motorio, cioè uno stile di camminata. Successivamente ne evinco uno stile che poi confronto. Perché ognuno di noi ha un tipo di camminata dalle movenze caratteristiche”.

Le misure possono essere identificative di un solo individuo, anche se sospetto, o di più individui?

“Alcune di queste caratteristiche possono anche essere individualizzanti, possono essere uniche. Storicamente un certo numero di misure danno un risultato abbastanza affidabile. Tuttavia di solito queste misure corporee vengono comparate con un'altra figura, per esempio con un soggetto videoripreso”.

Come un rapinatore in banca.

“La videosorveglianza di una banca, magari anche con una buona definizione, mi permette di evidenziare determinate caratteristiche. Io vado a cercare quelle caratteristiche, a verificare se quelle caratteristiche sono presenti o meno nel soggetto sospettato”.

Per esempio?

“I tatuaggi sono delle caratteristiche abbastanza importanti. Se io ritrovo un tatuaggio su una persona fisica che è stata precedentemente videoripresa, è ovvio che è un indicatore molto forte di identità. Il tatuaggio è nella stessa posizione, con le stesse caratteristiche”.

E a Garlasco?

“Il problema qui è il confronto: le variabili sono tantissime, perché io dovrei collocare questa persona digitalmente all'interno di un ambiente ricostruito. Ma con che cosa lo confronto? Lo dovrei confrontare con le caratteristiche evinte dallo studio della scena del crimine, caratteristiche che equivalgono a quelle dell’assassino".

Ovvero?

“Più semplicemente io capisco, dallo studio della scena del crimine, che l’assassino ha una determinata altezza o una determinata lateralizzazione. Evinco queste caratteristiche, profilo un soggetto e vedo se il sospettato ha queste caratteristiche. Però, dato che non abbiamo un soggetto vero con cui comparare queste misure, diventa qualcosa di molto difficile. E soprattutto aumenta molto il margine di errore”.

Cioè?

“Non è come un esame del Dna. Non è una prova dello stesso peso scientifico. Soprattutto perché dall'altra parte io non ho un confronto. Non ho un confronto fisico con il quale fare una comparazione. Posso solo studiare l'interazione di questo doppio digitale con la ricostruzione ambientale, fatta sempre in 3D, della scena del crimine”.

La criminologa Roberta Bruzzone ha commentato nella trasmissione Ore 14 del 27 ottobre 2025: “L'unico parametro interessante in questa storia è la misurazione del piede”. È d’accordo?

“Sì. Mentre tutti gli altri parametri hanno carattere ipotetico e sono soggetti all’interpretazione, la misurazione del piede potrebbe essere oggetto di una comparazione leggermente più ‘oggettiva’ rispetto alla scena del crimine. Ma è quello che dicevo prima: sono accertamenti che non daranno un dato tecnico incontrovertibile, ma un dato che deve essere contestualizzato. Non ho un termine di confronto, ma lo devo evincere dagli altri dati raccolti. E avvengono molti cambiamenti nel corpo di una persona che prima ha 19 anni e poi ne ha 37: le variabili sono innumerevoli e non possono essere tenute sotto controllo, per cui il margine di incertezza è ampio e non dovuto all’operatore, dato che siamo ai massimi della scienza forense”.

A questo punto delle indagini, data anche la riservatezza della procura di Pavia, c’è bisogno di cautele, di fronte a determinate notizie, nei riguardi di una tesi o un’altra?

“Non si può fare nessuna ipotesi, perché non conosciamo le risultanze che il consulente ha inserito nella relazione e come ha utilizzato questo tipo di esame - perché questo esame deve essere integrato con le altre analisi e corredato di altri elementi.

Ripeto: è fondamentale comprendere come il consulente abbia inserito questo esame all'interno di un quesito che riguarda la nuova analisi di tutta la dinamica dell'omicidio. Quindi sì, cautela: in primis perché l'esame ha molte variabili, e inoltre perché bisogna capire come il consulente lo stia utilizzando”.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica