Risiko assicurazioni: Aviva compra AmerUs e alza le barricate

L’acquisizione pagata 2,9 miliardi di dollari. Ora il gruppo potrà difendersi meglio da eventuali scalate

Paolo Giovanelli

da Milano

Aviva, il primo gruppo assicurativo inglese, ha acquistato ieri per 2,9 miliardi di dollari la statunitense AmerUs. La compagnia britannica pagherà 69 dollari per azione, con un premio del 10% sul prezzo di chiusura di mercoledì di AmerUs: i titoli della società americana avevano guadagnato il 26% negli ultimi dieci giorni di contrattazioni di Borsa. Per finanziare l’operazione, Aviva varerà un aumento di capitale da 1,65 miliardi di dollari (900 milioni di sterline). La notizia ha depresso il titolo della compagnia britannica che ha perso in Borsa il 3,2 per cento.
Con questa mossa Aviva (nuovo nome della ex Commercial Union) ottiene due risultati in parallelo: da un lato si rafforza sul mercato americano dove i figli del baby boom stanno dando una forte spinta al settore, compensando così il calo previsto in Europa dopo un avvio d’anno in forte crescita. Ma soprattutto si riposiziona nel risiko assicurativo europeo, rafforzandosi dopo aver fallito a marzo la tentata scalata a Prudential, che aveva rifiutato un’offerta da 17 miliardi di sterline, da cui sarebbe nata la quinta compagnia mondiale. Prudential avrebbe rafforzato Aviva sui mercati americano e asiatico. Prima dell’acquisizione di AmerUs, Aviva era il sesto gruppo a livello mondiale e quarto in Europa. Per la società britannica è l’operazione più importante da quando è nata dalla fusione tra la Gcu e la Norwich Union nel 2000.
In Italia, Aviva ha registrato nel 2005 una raccolta premi per 3,7 miliardi ed ha accordi di bancassurance con Unicredit (di cui detiene il 2,88%), con Bpu e Banca Marche.
Il mondo delle assicurazioni è in grande fermento e ha visto negli ultimi mesi una serie di acquisizioni e fusioni che stanno cambiando la geografia del settore. Negli ultimi tre anni le compagnie, grazie alla crescita del mercato, hanno realizzato ingenti profitti che stanno reinvestendo nelle acquisizioni. Nello scorso mese la francese Axa ha acquistato la svizzera Winterthur per 7,9 miliardi di euro, la più grande operazione tra assicurazioni dal 2000. In questo modo Axa ha consolidato la sua posizione di prima in Europa e terza nel mondo dopo l’americana Aig e l’olandese Ing. Sempre in giugno le Generali hanno rilevato la Toro dalla De Agostini per 3,9 miliardi di euro. E le stesse Generali erano state date in predicato per una scalata ad Aviva, considerata un boccone difficile, ma non impossibile per la compagnia di Trieste. Ora, con l’acquisizione di AmerUs, per il gruppo londinese sarà più facile difendersi: da preda è diventato predatore.

La stessa logica che ha spinto Generali a pagare a caro prezzo la Toro. E che sicuramente farà sì che la partita delle assicurazioni non si fermi qui: se Trieste non vuole diventare preda dovrà guardare anche all’estero.

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