Politica

Risiko regionali, Piemonte ed Emilia alla Lega

La scacchiera delle candidature per le regionali 2010 Silvio Berlusconi e Umberto Bossi la inizieranno a studiare davvero solo a inizio settembre. Nel frattempo, solo qualche telefonata, la trattativa con l’Udc gestita da pochi «esploratori» (da Fitto a Bondi, passando per Quagliariello e Cicchitto) e il faccia a faccia di venerdì prossimo, quando finito il Consiglio dei ministri Cavaliere e Senatùr inizieranno a prendere in mano la pratica. Con una certezza, raccontava qualche giorno fa in privato il leader della Lega: «L’accordo si farà senza ripercussioni sul governo».
Già, perché in questa partita Pdl e Carroccio si trovano decisamente su fronti diversi. Non solo perché Bossi ha da tempo fatto sapere di puntare alla presidenza di Lombardia o Veneto, ma anche perché i leghisti continuano ad essere assolutamente contrari a qualsiasi intesa con l’Udc. «Sarebbe come portarsi la guerra in casa», spiegava ieri Calderoli bocciando anche l’ipotesi di alleanze a macchia di leopardo. Insomma, se mai vi fossero intese con i centristi, difficilmente sarebbero al Nord ma più probabilmente da Roma in giù. Resta ancora aperta, infatti, la partita pugliese, visto che nelle ultime settimane i contatti tra Fitto e Casini sono stati non solo cordiali come sempre ma anche ripetuti. Mentre in Calabria l’Udc ha già fatto sapere di essere disponibile a correre con il Pd lanciando la candidatura del centrista Occhiuto.
Tutt’altra partita, invece, quella che si gioca al Nord. Se Formigoni sembra essere ormai blindato anche Galan non pare vacillare troppo. Un po’ perché minaccia di giocare di sponda con il Pd o con l’Udc, un po’ perché Berlusconi non vorrebbe cedere al Carroccio una regione così pesante. Una partita, questa, in cui sta avendo un ruolo anche quella che in Lega è l’annosa competizione tra lombardi e veneti, con i primi - da sempre cuore politico del Carroccio - che non sembrano affatto entusiasti di «sacrificare» il Pirellone alla causa veneta. E con i secondi che con la scelta dell’eventuale candidato governatore dovrebbero comunque risolvere il dualismo tra il sindaco di Verona Tosi e il ministro Zaia rischiando di toccare equilibri delicati. Ci sta, insomma, che al momento la strada più percorribile per il Carroccio sia quella del Piemonte, dove il sottosegretario Crosetto o il numero due dell’Anci Napoli - i candidati possibili del Pdl - non hanno certo il peso di Formigoni o Galan. Il leghista Cota, infatti, potrebbe farcela anche senza l’Udc, visto che alle europee il centrodestra ha portato a casa quasi 150mila voti in più di centrosinistra e Udc. E con il Piemonte entrerebbe nella partita anche una candidature leghista in Emilia Romagna, dove il Carroccio è avanzato e punta a consolidare.

Il candidato sarebbe il presidente della commissione Ambiente Alessandri, che neanche tre mesi fa ha corso per la poltrona di sindaco di Reggio Emilia portando a casa il 16,6% nonostante il Pdl avesse un suo candidato.

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