È andato a cercare nelle bancarelle i cimeli del suo antenato Ettore Ferrari (1845-1929), lo scultore romano autore del monumento di Mazzini allAventino (1902-1911) e di Giordano Bruno (1887) a Campo de Fiori. Ora studi, schizzi, disegni, foto, una parte della collezione messa insieme da Ettore Passalalpi Ferrari, sono esposti fino al 5 marzo al Vittoriano, nella mostra «Ettore Ferrari. Un artista tra Mazzini e Garibaldi», curata dallo stesso collezionista e da Marco Pizzo del Museo Centrale del Risorgimento. Listituto conserva e ha digitalizzato il fondo Ferrari, comprato nel 74 dallo «stracciarolo» che aveva sgomberato lo studio dellartista. Altri documenti sono sparsi tra privati, lArchivio Centrale dello Stato, la Galleria Nazionale dArte Moderna e lArchivio Storico del Grande Oriente dItalia. Come il padre scultore che aveva partecipato alla difesa della Repubblica Romana, Ettore Ferrari fu un artista e un uomo politico. Impegnato a difendere i principi mazziniani e massonici, tradusse nel marmo gli ideali del Risorgimento. Dopo la caduta del potere temporale partecipò attivamente alla vita pubblica. Repubblicano, fu consigliere comunale a Roma, deputato al Parlamento, contro Crispi e vicino a Felice Cavallotti. Anticlericale, nel 900 diventò gran maestro della Massoneria. Un centinaio le opere in mostra, tra cui spiccano le fotografie, rare anche dal punto di vista tecnico. Come quelle allalbumina da lastra di vetro del monumento di Garibaldi a Rovigo e dellinaugurazione del contestatissimo monumento a Giordano Bruno. Innumerevoli le opere di Ferrari in Italia e allestero.
Tra 800 e 900, infatti, la statuaria pubblica ha avuto negli artisti italiani i migliori interpreti dei sentimenti nazionali.Museo Centrale del Risorgimento - Ala Brasini, via S. Pietro in Carcere. Fino al 5 marzo. Info: 066793598.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.