Roma Il leader politico dei ribelli libici assicura che la Libia del dopo-Gheddafi rispetterà tutti gli accordi stipulati con lItalia dal regime del Colonnello, tra cui quelli che riguardano la lotta allemigrazione clandestina e i contratti petroliferi con lEni. Mustafa Abdel Jalil ha avuto laltra sera un confronto a distanza durante la trasmissione televisiva «Porta a porta» con un alto esponente del governo libico, il quale ha accusato la coalizione internazionale di puntare ad una situazione di «stallo» con conseguente divisione in due della Libia.
Jalil ha detto che verrà rispettato il trattato di maicizia italo-libico firmato da Berlusconi e Gheddafi lo scorso agosto a Roma e ha auspicato che gli «amichevoli rapporti» con lItalia «si rafforzino» e ha aggiunto che «parteciperemo (agli sforzi) per fermare limmigrazione clandestina impedendo loro di entrare in Libia e combattendo le organizzazioni criminali che lo permettono».
«Noi rispettiamo tutti i trattati firmati con lEni e con tutte le altre aziende», ha risposto ancora il presidente del Cnt, le cui forze ormai controllano due terzi dei pozzi petroliferi della Libia, Paese in cui il gruppo energetico italiano ha forti interessi.
Jalil ha negato in sostanza che i rapporti con lItalia possano allentarsi a causa di un debito di riconoscenza nei confronti della Francia, fautrice dei raid aerei anti-Gheddafi.
Da parte italiana, lo stesso ministro degli Esteri Frattini ha ribadito che il trattato di amicizia italo-libico, attualmente sospeso, «riprenderà effetto» con la Libia del dopo-Gheddafi.