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Rissa: "Da Fuksas botte e insulti Io difendevo solo Bertolaso"

Un costruttore che era nel locale racconta: "L’architetto ha insultato il sottosegretario. Ha detto ladro di m... Poi mi ha tirato una formaggiera"

Rissa: "Da Fuksas botte e insulti 
Io difendevo solo Bertolaso"

Roma - È abituato a tutto. In nove anni a capo della Protezione Civile Guido Bertolaso ha imparato ad affrontare ogni tipo di emergenza, dai terremoti alle frane, e a schivare con diplomazia perfino le «bacchettate» che arrivano dall’alto, come quella di Hillary Clinton. Ma non avrebbe mai pensato di essere al centro di un «duello all’amatriciana», nel vero senso della parola. Invece, domenica sera, mentre a Roma cenava con la moglie nel ristorante «La Nuova Fiorentina», in via Brofferio, cuore di Prati, ha assistito sbigottito a una rissa tra l’architetto di fama mondiale Massimiliano Fuksas, che lo offendeva chiamandolo «ladro», e Luca Cieri, un costruttore edile capitolino che lo difendeva. Tutto davanti a decine di clienti impauriti, ma pronti a prendere le sue parti.
«Un putiferio - racconta Annamaria Andreotti, una dei titolari del ristorante -. Non lavoravo quella sera, ma i camerieri mi hanno raccontato che è successo di tutto». La discussione è iniziata quando Bertolaso, cliente abituale e graditissimo, si è seduto con sua moglie a qualche tavolo di distanza dall’architetto Fuksas, che era in compagnia della consorte e di alcuni amici. «È stata una vergogna - racconta Cieri, deciso a sporgere denuncia contro l’archistar -. Quell’uomo, che solo successivamente ho saputo essere Fuksas, ha iniziato a gridare verso Bertolaso “Ma guarda sto pezzo di m... Ma guarda se dobbiamo stare seduti vicino ai ladri”. Mi sono girato e ho visto che ce l’aveva con il sottosegretario, che era in un’altra sala». Così il costruttore, che stava seduto con moglie, figlio e genitori anziani, si è avvicinato a Fuksas chiedendo di abbassare il tono della voce. «Gli ho anche detto di moderare i termini, perché c’erano dei bambini, e che comunque stava offendendo un ministro della Repubblica e disturbando gli altri clienti - racconta Cieri -. Per tutta risposta quello rivolto a me si è messo a urlare “squadrista, fascista di m...”. Poi mi ha tirato contro una formaggiera, prendendomi sul naso».
In questo caos Bertolaso si è comportato con la signorilità che lo contraddistingue: non ha risposto, fingendo di non sentire quelle ingiurie. Invece tra il costruttore e l’architetto è scoppiata una rissa, con lancio di bicchieri e piatti, davanti agli occhi increduli dei camerieri.
«Gli altri clienti erano impauriti, anche perché molti stavano con figli - dice la titolare -. Qualcuno ha chiesto il conto velocemente ed è andato via, mentre altri cercavano di metter pace. Sicuramente la moglie di Fuksas non era tra questi: invece di calmare gli animi li accendeva. Eppure l’architetto è sempre stato una persona gentile e mai arrogante. Sarà l’infuocato clima elettorale». Il paradosso è che a chiedere di chiamare la polizia, sostenendo di essere stato aggredito da un gruppo di fascisti, è stata proprio l’archistar. «Continuava a ripetere che il locale era pieno di fascisti - racconta Ammanaria Andreotti -. La cosa più incresciosa è che domenica avevamo tantissimi ospiti di religione ebraica. Ma quando gli agenti sono arrivati Fuksas se n’era andato. Ci dispiace che un architetto famoso in tutto il mondo si sia reso protagonista di una scena così indecorosa».
Moltissimi clienti hanno lasciato nome e cognome ai poliziotti, seccati per l’attacco personale contro Bertolaso, e pronti a testimoniare in favore del costruttore, che sporgerà formale denuncia. «La cosa più incredibile - conclude la proprietaria - è che prima di andar via il sottosegretario è venuto a scusarsi, come se fosse lui responsabile dell’accaduto.

Invece ha avuto testimonianze di solidarietà e affetto da tutti i presenti».

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