Vai in Slovenia e rischi di ritrovarti fra le mani un euro «titino». Lo scorso anno Lubiana ha coniato quasi un milione di monete da 2 euro (nella foto) con leffige di un comandante partigiano della seconda guerra mondiale, che fa inorridire chi ha subito i crimini comunisti. A cominciare dai 350mila italiani costretti allesodo dallIstria, Fiume e Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale. Quattro europarlamentari hanno chiesto di ritirare la moneta della discordia e in giugno arriverà la risposta dai vertici di Bruxelles. Il discusso conio di 2 euro riporta leffige del generale Franc Rozman, detto «Stane», che comandò le truppe slovene di Tito nel secondo conflitto mondiale. Il generale viene raffigurato con la bustina partigiana e una grande stella a cinque punte, quella rossa dei comunisti. Le 12, piccole, stelle dellUnione fanno da sbiadito contorno. Secondo Bruxelles sulle monete comuni si può stampare «un disegno commemorativo di alta rilevanza simbolica a livello nazionale o europeo».
La Slovenia ha scelto il centenario della nascita di Rozman, ma lattuale premier di centro destra Janez Jansa aveva sparato a zero contro la decisione del precedente governo social democratico «di commemorare un comandante comunista, che si è reso responsabile in tempo di guerra delluccisione di sessanta civili».
Il generale di Tito, morto nel 1944 per una grave ferita, viene accusato da quattro europarlamentari italiani di aver fatto parte del IX Corpus sloveno responsabile della «pulizia etnica della popolazione italiana. Molti sono stati fucilati o gettati nelle foibe».
In Slovenia il comandante titino viene considerato da molti un eroe, ma per lEuropa rinata sulle macerie del muro di Berlino forse è il simbolo meno indicato.
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