Rito civile rapido Sanzioni pesanti a chi ostacola l’iter

RomaIl 4 luglio è la data di nascita della riforma del processo civile. Approvata dal parlamento a fine maggio e pronta a entrare in vigore, ha come primo obiettivo quello di garantire al cittadino una giustizia più rapida. Impresa mastodontica, se si pensa che oggi una sentenza civile di primo e secondo grado dura 4 anni, 7 mesi e 25 giorni e un fallimento supera gli 8 anni. Così si è accumulato un arretrato di 5 milioni di cause pendenti. Alle aziende italiane, per uno studio della Confartigianato, tutto questo costa 2 miliardi e 200 milioni di euro l’anno. Il danno per il singolo cittadino e per l’immagine del Sistema Italia è forse incalcolabile.
Ecco l’urgenza della riforma che punta ad accelerare i tempi dei processi: la vita di una causa potrebbe abbreviarsi di 3 anni e mezzo. E c’è anche l’impegno a educare diversamente il cittadino di un’Italia che ha un record europeo di litigiosità (seconda solo alla Bosnia), con 6.277 cause su 100mila abitanti, contro le 1.844 della Francia, le 1.787 della Spagna, le 661 della Germania. Per far sì che nei tribunali arrivino meno cause si cerca ora di incentivare il ricorso ad alternative come mediazione e conciliazione.
Calendario del processo, tempi dimezzati in alcune fasi del giudizio, allargamento delle competenze dei giudici di pace, sentenze concise, testimonianza scritta, filtro per i ricorsi in Cassazione, sanzioni per chi allunga i processi, delega al governo per ridurre i riti che oggi sono oltre 27: sono le principali novità contenute nella legge. Il giudice, quando assume le prove, dovrà indicare tutte le udienze successive in un calendario che sarà modificato solo per gravi motivi. Potrà, con l’accordo delle parti, disporre che il testimone risponda per iscritto all’interrogatorio. Scriverà una sentenza con «la concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione». Inoltre, le parti non potranno più presentare nuovi documenti in appello. Chi allunga il processo con tecniche dilatorie avrà delle sanzioni e una più è prevista per chi presenta istanze di ricusazione inammissibili o infondate. Sarà penalizzato chi rifiuta senza motivo un tentativo di conciliazione e chi avvia una lite temeraria. Tutte le cause del tribunale monocratico potranno seguire, in alternativa al procedimento ordinario, quello sommario di cognizione che prevede poche udienze e un’ordinanza dagli effetti definitivi tra le parti.
I ricorsi in Cassazione saranno inammissibili in due casi: quando la decisione impugnata è in linea con orientamenti già espressi dalla Suprema corte e quando è manifestamente infondata la presunta violazione dei principi del giusto processo. Il filtro sarà basato su principi prestabiliti e quindi poco discrezionale. A decidere sarà un’apposita sezione con 5 magistrati di tutte le sezioni. Il valore delle cause che i giudici di pace potranno esaminare raddoppierà a 5mila euro e arriverà fino a 20mila per le controversie sul risarcimento del danno da incidente stradale o navale. È stato anche introdotto un più efficiente sistema di recupero delle spese di giustizia e delle pene pecuniarie. La riforma non è ancora completa: tra i 72 articoli alcuni delegano il governo a continuare l’opera di semplificazione.

Entro 24 mesi dovrà adottare decreti legislativi per ridurre i processi civili «che entrano nella giurisdizione ordinaria, regolati dalla legislazione speciale». Entro 6 mesi, invece, dovrà legiferare su mediazione e conciliazione in ambito sia civile che commerciale.

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