Ritorni La Anselmi esalta il capo E Occhetto sogna il grande Ulivo

Tina Anselmi scrive a Dario Franceschini, leader-traghettatore del Pd. «Caro Dario - recita la lettera - anch’io voglio esserti vicina, in questo momento tanto importante in cui hai legato ancora più strettamente la tua vita alla vita del Pd e ai destini del nostro Paese», usando toni non poco retorici. Ma non è tutto. «Tu mi conosci, conosci bene il mondo che si è formato attorno a Zaccagnini, di cui sono stata amica e compagna di tante battaglie», e la Anselmi aggiunge consigli: «Sentiti libero, libero e forte dei tuoi valori, dei valori dei democratici. Vai tra la gente, cammina con loro, condividi, non mettere tra te e i militanti lo spartiacque di intelligenti, raffinati, consiglieri». Conclude, la prima donna ministro nella storia italiana: «Le decisioni di un capo vanno prese in solitudine». Ma messaggi al LeggenDario arrivano anche dall’ultimo segretario del Pci, Achille Occhetto: «La vera prospettiva è di ridare vita a una coalizione, che continui l’esperienza del grande Ulivo». Più che un invito a lavorare per il futuro, pare un ritorno al passato. Dichiara infatti Occhetto: «Secondo me i partiti devono fare un passo indietro.

Serve una coalizione - insiste - il fatto che si torni a una sinistra forte in Italia è l’unica possibilità, è l’unica garanzia che si possa dare vita effettivamente di nuovo a un bipolarismo e non un bipartitismo», chiude l’uomo della svolta della Bolognina.

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