Il ritorno di Anastacia è un inno alla fedeltà

La cantante: "Il mio pezzo preferito del nuovo album è quello dedicato a mio marito". E rivela: "Non voglio assomigliare alla Winehouse perché non mi va di diventare pazza"

Il ritorno  di Anastacia è un  inno alla fedeltà

Roma - Bella, senza occhiali, meno bionda del solito e con poca voglia di tirarsela. Questa è l’Anastacia 2008, rinata nel fisico e nella voce, ma con i modi della star che ancora non crede di avercela fatta. Come nel 1999 quando si presentò timida e cotonatissima al talent-show di Mtv «A Cut». Allora gli tremavano gambe e voce. Ora invece la voglia di far sapere che la vita è (di nuovo) bella val bene un monologo in lingua originale. L’occasione è l’uscita del cd Heavy Rotation per l’etichetta Universal. Nuovo casa discografica ma, più o meno, le stesse coordinate musicali: funky a metà.

Cinque anni fa Anastacia vinse la battaglia contro un cancro al seno, inevitabile parlarne. «Da una simile disavventura ho imparato ad apprezzare la vita e a informare la gente. Riesco a cantare meglio e sono serena. E poi mi sto dando una regolata a tavola, cibi salutari, pochi grassi...». «Regolata» per modo di dire perché chiede all’ufficio stampa della «cream» (panna) nel caffè. E invece si beccherà del tristissimo latte scremato come da tradizione mediterranea.

Punta a guardare avanti Anastacia nonostante a 40 anni non sia più una ragazzina. Il che significa suoni hi-tech pompati e compressi. E poca voglia di fare accademia nonostante la magnifica voce. «Molti mi chiedono di fare un cd dal sound classico, tipo Jamiroquai per intenderci. Ma non fa per me, adoro la musica di oggi anche se molti sostengono che fa schifo». Il cambio di produttore (David Massey, tra i fautori del metallico pop inglese anni Ottanta) si sente. E lei ne è naturalmente orgogliosa: «Questo cd è la foto del mio momento perché sto cambiando». Certo che una come lei potrebbe pretendere il massimo in fase di produzione. Magari David Foster. «Chissà - ribatte - in caso di colonna sonora potrei luccicare come fece Celine Dion sul Titanic e farmi produrre da lui. Per ora non se ne parla».

Gioca a fare la dura, come nel disco che trabocca di ritmo. Tranne un paio di lenti vecchia maniera. Tra questi la sinuosa Never Gonna Love Again dedicata al marito. «È il mio pezzo preferito - dice -: è un inno all’amore e alla fedeltà, un valore che sembra ormai passato di moda». Una ballata dal suono dolce e modernissimo. Musica di oggi, insomma, quella che nello specifico ha una regina incontrastata nella luciferina Amy Winehouse. Guai però a pronunciare quel nome, la bionda pare accigliarsi un pochettino. E taglia corto: «Amy? Non voglio assomigliarle, non mi va di diventare pazza...».

Anastacia, interpellata sui reality-show (è partita 10 anni fa da lì, una specie di Giusy Ferreri), non delude e sputa volentieri il rospo: «Non li condanno, ma neanche la metà di quello che succede è vero. La produzione sa già in partenza chi deve vincere e spesso non sono i migliori del lotto...».

Arrivò terza.

E il cd? Tra i brani migliori ci sono - guarda caso - i due singoli I Can Feel You (già in ossessiva rotazione da settembre) e l’ottimo «Absolutely Positively». Non male anche la chiusura di You’ll be fine.

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