Il ritorno di Ferrara

Scelta approvata all’unanimità. L’arrivo di Ciro Ferrara alla guida dell’under 21è stato scandito da squilli di tromba e innumerevoli benedizioni: il mondo Juve gli ha spedito congratulazioni d’obbligo, Lippi lo ha definito, unitamente al suo vice Angelo Peruzzi, «una coppia di altissimo valore morale e tecnico», Gianni Petrucci, presidente del Coni si è fatto vivo addirittura da Acapulco per ricordare ai media che «ho visto nascere le loro carriere in nazionale». Forse non è mai accaduto nemmeno con Prandelli successore di Lippi dopo il disastro di Sudafrica 2010 una tale sinfonia di consensi e perciò Ciruzzo nostro, da buon napoletano, è abilitato a toccare ogni tipo di corno. Lunedì prossimo sarà presentato a Roma e potrà raccontare le emozioni di questa seconda avventura professionale.
È appunto la seconda, strepitosa occasione della sua giovanissima carriera di allenatore: sulla panchina della Juve ha deluso tutti, probabilmente anche se stesso, su quella dell’under 21 non può più sbagliare se vuole continuare a lavorare nel settore. Al suo fianco avrà Arrigo Sacchi, che lo ha convinto ad accettare la sfida e che ha condotto in prima persona le trattative dopo aver fatto qualche altro sondaggio. Davide Ballardini, ancora a libro paga della Lazio, ha spianato la strada a Ciro Ferrara: in un breve colloquio telefonico con Arrigo ha fatto sapere di essere interessato al campionato di serie A (un paio di società sono sul punto di cambiare allenatore, Fiorentina e Sampdoria le maggiori indiziate) e non alla carriera federale. Fine della discussione, dunque: felicissima la federcalcio, poco propensa ad accogliere quella candidatura.
Di qui la virata di Sacchi verso il serbatoio azzurro. Ciro Ferrara è stato infatti, per chi l’avesse dimenticato, l’assistente di Marcello Lippi in occasione del mondiale 2006 in Germania. Sempre a Coverciano, dove stava preparando la Confederation cup, fu raggiunto dalla telefonata di Blanc che lo investiva della grandissima responsabilità di guidare la Juve del dopo Ranieri. Lippi lo lasciò partire volentieri. Sacchi non ha perso tempo ma neanche Ciro, a giudicare dalla velocità con cui la trattativa si è aperta e conclusa. Due ore dopo la telefonata proveniente da Fusignano, Ciro ha aderito all’invito e messo in moto la macchina federale. Per una volta è stata rispettata la discrezione: Sacchi si è giocato nell’occasione la credibilità. Fosse finita la notizia in anteprima sulle colonne del quotidiano per il quale collabora (Gazzetta Sport), il suo incarico federale sarebbe finito prima del tempo. La trattativa è rimasta sotto traccia per qualche giorno, il tempo di ottenere l’adesione di Angelo Peruzzi come vice, e di avvertire il presidente del Coni, prima di mettersi la lavoro.
Già perché l’arrivo di Ciro Ferrara e Peruzzi all’under 21 non sarà un semplice e scontato cambio della guardia. Saranno modificati i criteri di selezione e anche il bacino entro il quale i due tecnici potranno selezionare gli eredi di Okaka e Balotelli. Anche lo staff dirigenziale sarà rinnovato: Vincenzo Marinelli, il dirigente che ha fatto da spalla ai tanti tecnici arrivati su quella panchina, da Cesare Maldini fino a Casiraghi, ha fatto sapere che si farà da parte.

Da Ciro Ferrara non è giusto attendersi miracoli. Se il serbatoio (erediterà l’under 19) non si rivelasse granché, lui può poco. Non farà l’allenatore ma il selezionatore. E forse abituarsi a questo cambio sarà la sua maggiore difficoltà.

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