Riva: «Basta è ora di scrivere la parola fine»

Gigi Riva, Materazzi ha svelato le sei parole che scatenarono la reazione di Zidane.
«Io sapevo già quello che aveva detto, ma credo che ormai tutti le avessero intuite. Qualche tempo fa Marco aveva già chiarito l’episodio e aveva pure chiesto scusa al francese, che non ha nemmeno ricambiato. Non capisco perchè si sia dovuto riparlare di questa vicenda, che tiene banco da ormai 14 mesi, a tre settimane da Italia-Francia, una sfida decisiva per il cammino degli azzurri e dei transalpini verso gli Europei. In questi giorni il ct dei Bleues Domenech ci aveva già messo del suo con polemiche fuori luogo. Sarebbe stato meglio seppellire definitivamente la vicenda Materazzi-Zidane».
La frase del nostro giocatore non è stata certo elegante, ma sui campi di calcio se ne sentono di tutti i colori.
«Capita non solo nel calcio, ma in tutti gli sport che prevedono un contatto fisico. Quando giocavo io, ci si diceva anche di peggio. In campo si rispondeva con le parole e spesso la questione finiva lì, nel sottopassaggio ci si stringeva la mano. Anche Zidane avrebbe potuto reagire in maniera soltanto verbale, invece ha preferito colpire il nostro difensore con una testata che ha fatto il giro del mondo. Era la finale del Mondiale, l’episodio non poteva non avere un’eco incredibile. Il fatto è che continua ad averne troppa, forse è il caso di finirla qui».
Materazzi ha pagato la «maleducazione» verso la sorella di Zidane con una squalifica eccessiva.
«Io la definirei ridicola, anche perchè la reazione dell’avversario era stata spropositata. Le frasi sui campi di calcio ci sono e ci saranno sempre. Se tutti dovessero essere puniti per ciò che dicono agli avversari, ci sarebbero più squalificati che giocatori».
Il difensore dell’Inter ha comunque detto che sta facendo tesoro degli errori del passato.
«Se si riferiva all’episodio di Berlino, non credo che Marco abbia fatto alcun errore. Ripeto, nell’enfasi agonistica, può succedere che scappi quale parola di troppo. Il Mondiale comunque lo ha cambiato totalmente e si è visto nell’ultimo campionato, dove è stato più bravo a livello disciplinare.

Ciò vuol dire che Materazzi è maturato moltissimo, in Nazionale ha saputo aspettare con pazienza il suo turno dietro due mostri sacri come Nesta e Cannavaro e poi ha avuto il suo momento di gloria. Oggi è più sicuro di sè, come ha dimostrato l’exploit in Germania. Insomma, è un patrimonio del calcio azzurro».

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