Nessuno ha mai sentito parlare del Fronte rivoluzionario afghano, che ha rivendicato lultima minaccia del terrore a Parigi. La sigla appare per la prima volta e lintelligence di Kabul è convinta che si tratti di un paravento, che ha poco a che fare con il terrorismo di matrice talebana. Anche la polizia francese nutre forti dubbi sulla nuova firma del terrore. Laspetto più strano è lutilizzo dellaggettivo rivoluzionario. Sembra una terminologia da estrema sinistra, più che islamica dura e pura.
In Afghanistan lultimo ricordo rivoluzionario è quello del regime comunista ai tempi dellinvasione sovietica. I talebani non userebbero mai in una sigla combattente un termine del genere. Preferiscono islam, mujaheddin o jihad, se devono firmare un attentato. «Usano il nome del nostro Paese per coprire la loro vera identità. Lintelligence non ha alcuna segnalazione della preparazione concreta di un attacco a Parigi» spiega al Giornale, Haroun Mir. Direttore di un centro di ricerche strategiche a Kabul è vicino allNds, i servizi segreti afghani.
Lannuncio che ha fatto trovare i candelotti di dinamite nel super magazzino assomiglia alla tattica dellEta spagnola o degli irlandesi dellIra. Le cellule del terrore addestrate nellarea tribale pachistana hanno procedure ben diverse. Prima si fanno saltare in aria e poi rivendicano con dei video registrati durante la preparazione dellattacco. Dall11 settembre, a Londra e Madrid non hanno concesso alcun preavviso. Per il portavoce del ministero francese dell'Interno, Gerard Gachet, la rivendicazione via telefono «non è in un linguaggio islamista». Si parla di grandi magazzini capitalisti termine inusuale per i talebani che preferiscono scagliarsi contro gli infedeli. Non solo: si chiede il ritiro delle truppe francesi dallAfghanistan a cominciare dal febbraio 2009. I terroristi islamici utilizzano il calendario musulmano.
I dubbi sulla matrice non significa che la minaccia sia inesistente. A Parigi non mancano simpatizzanti dei radicali islamici che combattono in Afghanistan. In novembre Faruq Akhun Zadeh, comandante dei talebani, ha dichiarato in un video: «La nostra reazione si sentirà a Parigi» se le truppe francesi non se ne andranno. Il sospetto è che frange di estrema sinistra o di afghani nati e integrati in Francia possano emulare sigle esotiche, pur non avendo collegamento operativi con i talebani. Aizzati più da un odio contro il sistema francese, che dalla guerra santa.
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