La rivincita di Pollari prima di lasciare

Centrale il ruolo del capo di servizi che telefona agli ostaggi. D’Alema e Napolitano «soddisfatti». I familiari: «Credevamo nella svolta»

da Roma

La decisione è stata comunicata in serata, dopo una giornata di contatti frenetici per arrivare alla liberazione dei due cooperanti. Dopo il sequestro di Claudio Moroni e di Gianmarco Onorato, la Croce rossa internazionale ha deciso di sospendere la sua attività sul campo nella Striscia di Gaza, anche se, come spiegava il presidente della Cri italiana, Massimo Barra, fin dall’inizio c’è stato «cauto ottimismo» sull’esito del rapimento dei due operatori. Felicità dalle famiglie degli ostaggi. «Mi ero preoccupata, ma non disperavo. Avevo buone speranze», ha detto al telefono la madre di Claudio Moroni. «Meno male che si è risolta subito perché se fosse andata per le lunghe non so come sarebbe finita», è stato invece il commento del padre Gianni. La rapida liberazione dei due ostaggi è stata accolta con soddisfazione anche dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema e dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. «Una vicenda drammatica si è conclusa felicemente» ha detto D’Alema che ha voluto ringraziare l'Anp e il presidente Abu Mazen per l'aiuto offerto e, naturalmente, i dirigenti del Sismi. Almeno due le telefonate sono invece intercorse, subito dopo la liberazione, tra il capo del Sismi, Nicolò Pollari, e i due volontari. Il capo degli 007 italiani si è voluto personalmente accertare che i due stessero bene. Quasi a ostentare il suo ruolo e a prendersi una rivincita dopo le nomine con cui Prodi lo sta sostituendo.
Il compito di Moroni e Onorato era quello di offrire «un sostegno psicologico» a donne e bambini a Gaza, Hebron e Betlemme. Un rapimento «inspiegabile» il loro, avevano detto all’associazione Onlus Delfini, di Busto Arsizio, che aiuta ragazzi con problemi psichici e che Moroni, psicologo, presiedeva. Proprio agli amici della Delfini Claudio Moroni aveva inviato un mail pochi giorni fa. Scriveva «di trovarsi bene». Ma non per questo il ragazzo non «era consapevole di ciò che stava facendo recandosi in missione in una zona di crisi», ha spiegato la madre alla Croce rossa.
Le informazioni e il tentativo di liberare i due cooperanti sono state avviate su due binari paralleli: quello del comitato internazionale della Croce rossa, che ha diffuso un appello per la «liberazione immediata e senza condizioni», e il canale più istituzionale dei ministero degli Esteri e dei servizi. Massimo D’Alema avrebbe anche preso, come si fa sapere dal ministero, «personalmente adeguate iniziative» per la liberazione dei due ostaggi. Per questo e per i precedenti sequestri nella zona finiti sempre bene, si è parlato fin da subito di «cauto ottimismo». La decisione dei vertici della Croce rossa è stata quella di mantenere uno «stretto contatto» e un costante «scambio d’informazioni» con il ministero degli Esteri.
Barra ha parlato con entrambe le famiglie degli operatori sequestrati.

I servizi italiani si erano messi immediatamente in azione, «siamo certi - ha sottolineato il sottosegretario alla Difesa Marco Verzaschi - che non saranno minimamente distratti dai cambi al vertice avvenuti in queste ore».

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