Un altro assurdo balzello si abbatte sulle imprese italiane, come ha rivelato ieri il Giornale. La Rai esige il pagamento dell’abbonamento speciale per il possesso di apparecchi come computer e simili, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi televisivi. Nei giorni scorsi sono fioccate su milioni di imprenditori e lavoratori autonomi le richieste della Rai di pagare il canone speciale dovuto in virtù di un Regio Decreto del 1938.
Si preannuncia però una dura battaglia parlamentare che vede schierati contro la richiesta tutti i partiti dell’arco costituzionale. E c’è chi, come la Lega, coglie l’occasione per rimettere in discussione il pagamento stesso del canone, da sempre la tassa più odiata dagli italiani. Ma forti critiche alla campagna di comunicazione lanciata dall’emittente di Stato sono arrivate sia dal Popolo della libertà che dal Partito democratico. Anzi, Pdl e Pd annunciano un’azione comune. «Il combinato disposto di una serie di articolati consentirebbe di esigere il canone anche da chi ha un semplice Ipad, una patente stortura», ha spiegato in una nota Bruno Murgia, deputato del Pd, che già nel 2007 ha presentato alla Camera un proposta di legge per esentare dal canone i proprietari di pc, videofonini e palmari. «Pretendere denari da chi paga regolarmente il canone per le proprie abitazioni non è tollerabile», ha sottolineato, senza contare che «la pressione fiscale ha già superato il livello di guardia». Per Vincenzo Vita, membro Pd della Vigilanza, «la richiesta fatta dalla Rai a chi ha computer, Ipad o strumenti elettronici di pagare il canone appare un’interpretazione burocratica della normativa. Infatti, la legge in materia fu immaginata in una stagione assai precedente all’epoca della rete».
Presto, in merito, sarà presentata un’interrogazione al presidente Monti nella sua qualità di ministro dell’Economia.
Dura anche la reazione della Lega. «Si tolgano dalla testa la Lei e gli altri prezzolati dirigenti di Viale Mazzini di incassare la tassa sui computer», ha dichiarato, il senatore Gianvittore Vaccari capogruppo in commissione Bilancio. Il responsabile della comunicazione della Lega Davide Caparini rivolge al ministro Passera la richiesta di chiarire «se il nuovo canone Rai chiesto alle imprese è una tassa sulla modernità e sullo sviluppo che colpisce indiscriminatamente qualsiasi possessore di un personal computer collegato alla rete». Fino a questo chiarimento, rincara Caparini, «il nuovo canone preteso da Monti nel decreto Salva Italia non deve essere pagato».
Contraria al nuovo balzello anche l’Italia dei Valori: «Se la Rai pensa di fare cassa con le aziende e i lavoratori autonomi possessori di pc si sbaglia di grosso». Lo ha detto il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario. «Nei prossimi giorni - annuncia Belisario - presenterò un’interrogazione al ministro Passera per chiedere i motivi di questa iniziativa totalmente senza senso e iniqua».
Chiedono il congelamento del canone, se la Rai non tornerà sui suoi passi, le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori: «È l’ennesima vergogna, l’ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente, da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera per evitare l’ennesimo salasso». Sul piede di guerra anche Rete Imprese Italia (Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti).
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