La rivolta Sciopero dei sedativi. E Marassi va a fuoco

La rivolta Sciopero dei sedativi. E Marassi va a fuoco

«Carceri: ventinovesimo suicidio dall’inizio dell’anno - è avvenuto a Salerno -, rivolta a Genova e proteste a Novara». A redigere il “bollettino di guerra” è il segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno. «Domenica pomeriggio A. L., 34enne detenuto per rapina con fine pena 2012, si è ucciso nella sua cella nel carcere di Salerno. Domenica sera i detenuti del secondo piano della prima sezione di Genova Marassi hanno dato vita ad una violentissima protesta con incendio di suppellettili e lenzuola, degenerata con il barricamento di sette detenuti in una cella. Solo il deciso intervento dei poliziotti penitenziari ha riportato l’ordine. Bilancio: due agenti feriti. A Novara sino a tarda notte si sono succedute le proteste dei detenuti attraverso la battitura del pentolame e delle stoviglie sui cancelli e sulle grate».
Ma per la rivolta di Marassi potrebbe esserci anche un’altra spiegazione. Che eventualmente si dimostrerebbe persino più preoccupante, perché non legata all’episodio singolo del suicidio ma dovuta a una carenza cronica strutturale del penitenziario. Alla base dei disordini avvenuti la notte scorsa in una cella del carcere di Marassi, al termine dei quali due agenti della Penitenziaria sono finiti al pronto soccorso e sono stati giudicati guaribili in dieci giorni, oltre al sovraffollamento, sarebbe stata infatti la mancata somministrazione della terapia di tranquillanti e sonniferi. «Da due mesi la Coperativa incaricata del servizio interno al carcere non paga le infermiere e questo sta creando delle ripercussioni - spiega il direttore del carcere Salvatore Mazzeo - Abbiamo anche avuto un incontro con i sindacati qui a Marassi per cercare di sanare la situazione e nelle settimane scorse ho scritto alla responsabile Asl del servizio sanitario interno al carcere, paventando il pericolo di disordini per la situazione. Cosa che è avvenuta».
Lo stesso funzionario prova anche a ridimensionsionare l’accaduto. «Definirla rivolta è eccessivo - spiega il direttore - ma effettivamente c’è stato un episodio in una cella di sette detenuti, tutti tunisini. Con le bombolette di gas, che hanno in dotazione, hanno incendiato i materassi, hanno dato fuoco a tutto quello che potevano, gettando anche oggetti e le stesse bombolette contro gli agenti della Penitenziaria e si sono barricati dentro. Così siamo dovuti intervenire con l’uso della forza e con gli estintori».

Non così semplice la fa Roberto Martinelli, segretario aggiunto del Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria: «Quella che si è vissuta questa notte nel carcere genovese di Marassi è stata una pagina gravissima e inaccettabile di violenza ingiustificata che merita una ferma presa di condanna ed un’altrettanto intransigente risposta in termini disciplinari e penali. Sono infatti convinto che questi gravi episodi avvengono quando non c’è fermezza nel punire i responsabili».

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