La rivoluzione di Lech Walesa «Chi vincerà? Lo dirà il futuro...»

Di quell'uomo rustico e intrepido conservo un'immagine incancellabile. Lo intervistai il 29 novembre del 1981, quando Solidarnosc aveva ormai dilagato, e costretto i governanti comunisti a concessioni umilianti. Walesa era incalzato dall'ala «radicale» del movimento, al regime costretto in angolo si chiedeva ancora di più, nelle fabbriche regnava il caos, la corda era tesissima e a ogni osservatore appariva evidente che stava per spezzarsi. Infatti il 13 dicembre 1981 il generale Wojciech Jaruzelski, divenuto il mese prima segretario del Partito comunista polacco, proclamò la legge marziale. Il durissimo inverno fu anche una durissima stagione di arresti e internamenti per migliaia di compagni di Walesa, e per lui stesso. L'osannato Lech era conscio del pericolo.

«Solidarnosc - mi disse Walesa - è un movimento di milioni di persone che deve affrontare un'infinità di questioni vitali per il Paese. Alcuni vorrebbero risolverle subito, senza preoccuparsi di quanto ciò costerebbe. Altri vogliono agire con cautela. Chi ha ragione? Lo dirà l'avvenire...».
Mario Cervi - 23 ottobre 2005

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