(...) Sostenere la Gronda non è stata una furbata, vero?
«La Gronda, ma anche il Terzo Valico, il porto sono scelte decisive per il futuro, ma che questa città sente lontane, probabilmente perché ci confrontiamo con una popolazione anziana, la più anziana dEuropa. Che pensa molto al presente».
Gli strateghi che hanno puntato sulla Gronda hanno sbagliato. Di cosa parlerete allora?
«Intanto continueremo a lavorare perché le grandi opere non si fermino. Ma faremo molta più attenzione su quella che dovrebbe essere normale per unamministrazione normale. Ma che a Genova non cè. Dobbiamo puntare sulle manutenzioni, il verde pubblico, la pulizia, lilluminazione. Cose apparentemente piccole, ma che toccano da vicino i cittadini».
Una rivoluzione. Ma che rischia di non bastare.
«Infatti il centrodestra dovrà impegnarsi in un settore finora poco battuto. Penso al sociale, al mondo del volontariato. Specie in un momento difficile dal punto di vista economico, ancor più a Genova dove sono state fatte scappare le aziende. Oggi il volontariato, limpegno sociale sopperisce alle mancanze del pubblico, ma molte associazioni non sono soddisfatte per come vengono trattate dal centrosinistra».
Cercate la vittoria in trasferta?
«Purtroppo è un campo lasciato finora molto al centrosinistra. Così come laltro aspetto, sul quale ho sempre puntato, cioè il contatto con il territorio. È fondamentale. Più che a guadagnare uno 0.3 per cento a Carignano o a Nervi, dobbiamo strappare qualcosa nelle loro roccaforti».
In che modo stringere i rapporti con i cittadini?
«Intanto faremo presto degli Stati generali con i dirigenti e gli eletti. Poi indiremo unassemblea pubblica aperta a tutta la città».
Ma la «base» chiede anche di essere un po più ascoltata. Se è per questo dopo tante sconfitte chiede addirittura un ricambio nel partito a tutti i livelli.
«Per questo vogliamo fare in modo che dora in poi le decisioni vengano condivise da più persone possibile. Finora comunque tutti gli organi del partito hanno sempre deciso tutto in autonomia».
Per «condividere» ci saranno le primarie?
«Sono contrario alle primarie. Sono un istituto che non appartiene alla nostra storia».
Ma potrebbero dare più forza al candidato sindaco. Allo stesso Enrico Musso, sul quale nessuno potrebbe più ridire nulla.
«A Enrico Musso, da amico e da parlamentare del Pdl dico che il modo migliore per rafforzare la propria candidatura è quello di continuare a lavorare da qui a due anni come un capitano. Il capitano che deve guidare una squadra di cui ha bisogno. E che stiamo cercando di formargli attorno».
Ultima obiezione: anche nei quartieri che mugugnano contro al Vincenzi, alla fine il voto è sempre a sinistra.
«Certo paghiamo quel patto sociale legittimo e inespresso che la sinistra ha con una popolazione di operai o ex operai, di associazionismo a loro vicino, che ovviamente ha rapporti diretti e reciproci con le persone nelle varie giunte. Però è proprio lì che dobbiamo iniziare, con molta pazienza, a vincere».
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